Una tragedia che dovrebbe invitare a riflettere. A dirlo è stato il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi. Non ci sono altre parole possibili sulla tragedia del ragazzo che si è tolto la vita a Lavagna durante una perquisizione perché aveva dell’hashish. “Quando si effettua un atto di questo tipo nei confronti di persone che possono essere fragili – ha detto ancora Cozzi – occorre prevedere a supporto di una persona che vive un’età fragile e fa uso di stupefacenti, quindi manifesta un disagio, un aiuto psicologico”. Ed è questo, probabilmente, ciò che ha determinato la tragedia. Anche la madre del 16enne, Antonella Ricciardi, d’altronde ieri nell’ultimo saluto al figlio ha insistito sulle proprie responsabilità per non aver compreso tale disagio: “Le ultime parole sono per te, figlio mio. Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano”.
L’appello – Ma la Ricciardi non ha mancato di ringraziare la Guardia di Finanza, quasi a non voler colpevolizzare i militari per quel che è successo: “Grazie per aver ascoltato l’urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi”. Era stata lei al mattino ad andare a parlare con i finanzieri perchè aveva sentore del fatto che girasse la droga davanti a scuola. “Si è rivolta a noi perchè dopo innumerevoli tentativi di convincere il figlio di smettere di farsi di spinelli non sapeva più cosa fare – ha detto il generale Renzo Nisi – noi abbiamo organizzato un servizio e siamo andati lì. Poi è successo tutto il resto”. Lavagna ora è straziata dal dolore. “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”. Recita così uno striscione appeso alla balconata della chiesa di Santo Stefano strapiena dentro e fuori per il funerale del sedicenne. Tanti giovani, tanti amici della famiglia, le divise della Virtus Entella e il simbolo del gruppo folcloristico a cui il giovane apparteneva. E la mamma ha preso la parola dall’altare, rivolgendosi anche ai ragazzi presenti: “Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale”. “Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi.”.
Beffa mortale – Ma le polemiche restano. Il procuratore dei minori della Liguria, Cristina Maggia, a colloquio ieri con La Stampa, ha dichiarato di ritenere questi blitz “inutili” e che avrebbe detto no alla perquisizione. Una telefonata alla Procura dei Minori non era dovuta, né prevista: “Bastava chiamarci, siamo sempre reperibili. L’azione penale sui maggiorenni ha fine repressivo, sui minorenni di recupero”. Perché ciò che lascia ancora attoniti è che il 16enne, data la modica quantità di droga e l’assenza di contanti, sarebbe stato soltanto segnalato alla Prefettura. Nulla più. Ma ora è troppo tardi arrovellarsi sul dramma. Perché quel ragazzo, di soli 16 anni, ora non c’è più.