Raffaele Sollecito fa ancora parlare di sé. E così, come racconta oggi Repubblica, a dieci anni da uno dei casi di cronaca nera più controversi che sconvolse Perugia e non solo – l’omicidio di Meredith Kercher – va in scena l’ultimo capitolo: Sollecito infatti aveva avviato una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione (è stato quattro anni in carcere, prima di essere assolto con formula piena) che, però a febbraio gli è stata respinta. Nessuno sapeva che avesse citato in giudizio, in base alla nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati, nove tra pubblici, ministeri procuratori generali, giudici delle indagini preliminari e giudici di corte d’assise e corte d’assise d’appello chiedendo un risarcimento – si parla di una cifra attorno ai tre milioni – per aver travisato fatti, circostanze e prove relative all’omicidio di Meredith Kercher.
Non solo. Sollecito ha citato in giudizio anche i 12 giurati popolari della Corte di Assise di Perugia e di quella di Assise di Appello di Firenze, ma su di loro l’ultima parola spetta oggi al giudice Pietro Spera al quale è stata affidata la causa. Sarà lui, oggi, a decidere se coinvolgere nella citazione anche i 12 giurati o no.
La causa è radicata nel capoluogo ligure – spiega ancora Repubblica – perché gli ultimi giudici ad aver condannato Sollecito sono quelli della Corte di Appello di Firenze, e per processi in cui siano coinvolti magistrati toscani il tribunale competente è quello di Genova.
Formalmente, in aula è stata citata la Presidenza del Consiglio in rappresentanza dei giudici. A difenderla ci sarà l’Avvocato dello Stato Giuseppe Novaresi. Ma in caso di condanna si rivarrà nei confronti dei pm e giudici citati dallo stesso Sollecito.