Sembra proprio che nulla, neanche la sentenza della Corte dell’Aja che ha ordinato lo stop alle operazioni militari a Rafah, possa convincere Benjamin Netanyahu a fermare le ostilità nella città al confine con l’Egitto. A distanza di 24 ore dal primo raid in cui sono morti almeno 47 palestinesi, la tendopoli nel sud della Striscia di Gaza è stata nuovamente colpita causando altre sette vittime.
Ne da notizia Al Jazeera secondo cui gli attacchi sono avvenuti nella zona di Tal al-Sultan dove i missili dell’aviazione israeliana avrebbero centrato in pieno un condominio dove è scoppiato un incendio.
Rafah è senza pace, secondo giorno di bombardamenti sul centro profughi dell’Unrwa causa altre sette vittime palestinesi
“È una zona – ha detto un testimone all’emittente qatariota – brulicante di tende e sfollati. All’improvviso un missile è caduto sull’edificio, costruito utilizzando alcuni blocchi di cemento e tubi metallici. Abbiamo visto gente per strada, sfollati e cittadini. Non c’erano combattenti o altro. Era considerata una zona sicura”.
Questi due attacchi alla tendopoli di Rafah stanno creando non poco imbarazzo agli Stati Uniti che, di giorno in giorno, faticano sempre più a sostenere Netanyahu. Lo dimostra la dichiarazione di Joe Biden che ha definito “devastante” e “straziante” l’attacco aereo notturno, che lo scorso fine settimana ha causato la morte di almeno 47 civili palestinesi. “Israele ha il diritto di combattere Hamas, e comprendiamo che questo attacco abbia ucciso due terroristi di alto rango di Hamas responsabili di attacchi contro i civili israeliani, ma abbiamo affermato con chiarezza che Israele debba assumere tutte le precauzioni possibili per proteggere i civili”, è quanto afferma una nota diffusa dal Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.