Un obiettivo quasi irraggiungibile. Sulla raccolta differenziata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e dall’assessora ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, per ora sono arrivate solamente promesse che sembrano difficili da mantenere. Gli ultimi dati sulla raccolta differenziata dei rifiuti nella Capitale li ha forniti proprio il primo cittadino e sono relativi al 2022: la cifra è del 46%. Un aumento quasi impercettibile rispetto all’anno precedente.
Ma ciò che sembra ancora più complicato è mantenere le promesse che lo stesso Gualtieri ha fatto negli scorsi mesi, quando lanciava la sfida di raggiungere il 60% di differenziata entro il 2026. Un aumento che in tre anni dovrebbe superare quello registrato nei precedenti sette.
Il sindaco Gualtieri parla di svolta entro la fine del mandato. Ma i dati sui rifiuti già certificano che la sfida è impossibile
Andiamo con ordine. Nel 2021 la raccolta differenziata era al 45% a Roma e nel 2022 ha raggiunto il 46%. La giunta Gualtieri ha fissato degli obiettivi ambiziosi per i prossimi anni: si vuole raggiungere il 50% nel 2024, il 60% nel 2027 e il 70% nel 2035. Non solo, perché Gualtieri ha rilanciato, con una sfida ancora più complicata: ottenere il 60% entro il 2026 e non il 2027. A questo si affianca un altro target: raggiungere il 45% dei romani con il servizio di raccolta di prossimità, ovvero il porta a porta e i cassoni condominiali. Ad aprile il sindaco parlava di una raccolta differenziata che è “tornata a crescere”, al 45,9%.
Una promessa ambiziosa quella del sindaco di Roma, che però si scontra con ciò che è successo negli ultimi anni sulla differenziata a Roma. I dati affidabili più recenti sono quelli dell’Ispra e risalgono al 2021: la raccolta ha raggiunto il 44,98%. Ricordiamo che Gualtieri è in carica dall’ottobre del 2021, quindi questa cifra ha poco a che vedere con il suo operato. Ciò che invece è interessante vedere è come il tasso di differenziata sia aumentato di pochissimo negli anni. Nel 2020 era al 43,75%, nel 2019 al 45,22%, nel 2018 al 43,69%, nel 2017 al 43,22%.
Andando ancora più indietro nel tempo, si raggiungeva il 42% nel 2016. Solamente quattro punti percentuali in meno dell’ultimo anno. E se in sei anni l’aumento è stato così ridotto, sembra difficile pensare che si possa fare addirittura tre volte meglio di così in soli quattro anni. Anche se è pur vero che nei periodi precedenti, ovvero quando si iniziava a puntare sulla raccolta differenziata, il dato aumentava in maniera molto più netta: in alcuni anni anche oltre i cinque punti percentuali (come tra il 2013 e il 2014, passando dal 29,69% al 35,18%). Nel 2010, in effetti, si era fermi al 21,11% e in tredici anni il tasso è più che raddoppiato. Ma erano altri tempi.
In un anno e mezzo si è fatto pochissimo. Ma la Giunta capitolina resta immobile su target irrealizzabili
La situazione oggi sembra ben diversa. Come sottolinea a La Notizia il vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere capitolino del Movimento 5 Stelle, Daniele Diaco, la raccolta differenziata è “ferma al palo”: è vero che c’è stato “un lieve incremento, ma è davvero minimo”. Siamo di fronte a una fase di “rincorsa emergenziale” sul tema dei rifiuti e il dubbio è che una differenziata quasi ferma possa in realtà nascondere “una scusa” per giustificare il ricorso al termovalorizzatore, è il sospetto di Diaco.
Che proprio ni queste ore ha presentato un’interrogazione sull’emergenza rifiuti, chiamando in causa l’amministrazione, ritenuta “assente ingiustificata” di fronte a “degrado e sporcizia che imperano ovunque”. “La città sta affogando nella spazzatura”, conclude il consigliere M5S.