L’ultima tegola per la premier Giorgia Meloni sul fronte della legalità è l’arresto del sindaco di Palma Campania, Aniello Donnarumma. Un caso di presunto malaffare che si aggiunge a molti altri nella regione. Tanto che il deputato del Movimento Cinque Stelle Federico Cafiero De Raho avverte che c’è da preoccuparsi “per un evidente allargamento della questione morale che solo la Presidente del Consiglio si ostina a non vedere”.
La vicenda Donnarumma riporta infatti all’attenzione una situazione che riguarda molti Comuni dell’intera area metropolitana di Napoli, dove prevale l’egemonia dei clan camorristici. Secondo De Raho, che è anche vice presidente delle commissioni Giustizia e Antimafia, urgono interventi immediati e mirati, soprattutto alla luce degli evidenti segnali di interesse sul denaro pubblico.
Con l’arresto del sindaco di Palma Campania si riaccende l’attenzione sull’emergenza corruzione nelle amministrazioni comunali.
“Nelle ultime settimane, a Napoli, come a Roma si susseguono arresti per corruzione, segnali della moltiplicazione dell’uso patologico del potere di assegnazione degli appalti in favore di imprenditori ‘amici’. Nel rispetto della presunzione di innocenza, non poniamo la questione della responsabilità penale, ma la questione politica dell’etica pubblica. Il M5S richiama l’attenzione della premier, assolutamente silente sulla devastazione dell’etica pubblica. La corruzione non è solo un reato, è anche degenerazione morale e violazione dei valori di correttezza, imparzialità, onestà, buona amministrazione, è annullamento della dignità delle persone e offesa dell’integrità etica del paese”.
Il caso di Palma Campania è solo la punta dell’iceberg di un problema ben radicato e che riguarda l’intera area metropolitana di Napoli. Come si può arginare?
“È necessario implementare la sorveglianza sugli appalti attraverso il completamento di una banca dati nazionale, in cui siano riversati da tutte le stazioni appaltanti i dati riguardanti i soggetti economici che partecipano alle procedure di affidamento, con relativa indicazione delle offerte, nonché i verbali di aggiudicazione, in modo da consentire verifiche e indagini immediate sull’intero territorio nazionale e su tutti gli appalti, indipendentemente dalla soglia e dalla modalità di assegnazione. Occorre che la politica pensi a strumenti di contrasto e prevenzione più moderni e soprattutto riconosca la gravità dei reati di corruzione, evitando – come ripetutamente fa la maggioranza di Governo – di configurarli come reati ordinari, svalutandone la straordinaria pericolosità. Lo smantellamento della normativa anticorruzione, cui stiamo assistendo, dall’insediamento del Governo Meloni è una condotta di estrema gravità, che l’Italia pagherà a caro prezzo, perché favorisce il sistema illegale dei comitati di affari”.
Nonostante il presidio delle forze dell’ordine si è tornato a sparare a Caivano. Qual è il suo giudizio sul Decreto? E soprattutto, se c’è stata una giusta attenzione del Governo su questo Comune, perchè le altre periferie continuano ad attendere?
“È fondamentale che i territori maggiormente occupati dalla camorra siano presidiati dalle forze dell’ordine, perché nessuno di questi sia ostaggio delle organizzazioni criminali. Le piazze di spaccio vanno totalmente cancellate e le attività di vendita degli stupefacenti devono essere impedite. Questo è il compito di uno Stato di diritto. Ma siamo lontani dal traguardo. Eppure, l’esperienza ha evidenziato che laddove si è voluto contrastare la camorra, essa è stata annientata”.
Il Movimento Cinque Stelle ha votato contro l’abolizione del reato dell’abuso d’ufficio definendo il provvedimento una strada verso “la normalizzazione dell’abuso di potere”. Cosa rischia l’Italia?
“Il nostro Paese con l’abolizione del reato di abuso di ufficio indebolisce i cittadini, che restano indifesi di fronte agli abusi del potere pubblico; incoraggia l’arroganza e la prepotenza del potere pubblico, il malaffare e le illegalità; si allontana dalle indicazioni dell’Unione Europea, che impone l’adozione della figura delittuosa dell’abuso di ufficio, e, quindi, si espone alle procedure di infrazione. Sono preoccupato per ciò che sta avvenendo: non vi è, al di fuori della nostra opposizione, una comune sensibilità contro corruzione, mafie e illegalità”.