di Monica Setta
Ha ragione Matteo Renzi quando dice che stiamo perdendo tempo. Ogni giorno che passa si avvicina il default per il sistema delle imprese e Bersani che cosa fa? Resta arroccato sul rifiuto di fare un governo con il Pdl quando servirebbe avere subito un esecutivo di larghe intese per dare risposte concrete al paese sul lavoro e sul fisco. Altrimenti il rischio ė che l’economia italiana vada a gambe all’aria”. Adolfo Guzzini, classe 1941, marchigiano di Recanati, non ha peli sulla lingua e dice probabilmente a chiare lettere ciò che tanti altri suoi colleghi imprenditori pensano da settimane. La sua azienda è una delle poche in Italia ad avere tenuto il passo malgrado la crisi chiudendo i bilanci in utile. Nel futuro, spiega lui, si pensa anche ad assunzioni strategiche. A meno che, aggiunge, il sistema paese non salti definitivamente. Il timore è reale e i politici che dovrebbero dimostrare un alto senso di responsabilità continuano a farsi dominare da miopi logiche di partito, indifferenti al pericolo messo in evidenza dal sindaco di Firenze Matteo Renzi: perdere perfino la strada per tornare a casa. Guzzini ha una ricetta che passa per un governo di larghe intese destinato a fare le riforme (in primis quella elettorale ) prima di riportare il paese alle urne. Come racconta in questa intervista a La Notizia, l’unica soluzione è un esecutivo che abbia Pierluigi Bersani premier e Angelino Alfano, vice.
Domanda. Capisco che lei come molti altri imprenditori sia arrabbiatissimo, vi aspettavate il decreto necessario per pagare una prima tranche dei 90 miliardi dovuti dallo Stato alle imprese e invece è saltato tutto. Se ne riparla al consiglio dei ministri di lunedì prossimo. Ma intanto i soldi non ci sono e per recuperare le risorse il governo Monti pensa alla solita cosa: altri aumenti delle tasse. Che cosa succederà adesso, presidente Guzzini?
Risposta. “Lo scenario è nefasto e lo dico essendo caratterialmente un ottimista. Ogni giorno chiudono aziende perché strozzate dalla mancanza di liquidità, ogni ora persa
dalla politica rischia di far affondare il paese in modo definitivo. E la cosa più sconvolgente, me lo lasci dire, è che quasi nessun politico, fatta eccezione per Matteo Renzi, ha compreso l’entità del pericolo. Beppe Grillo sta dimostrando di essere un masochista. Che fine farà il suo bottino di voti conquistato alle ultime elezioni quando gli elettori capiranno che la sua protesta è fine a se stessa, non produce niente di buono per il paese? Ma se Grillo si può in qualche modo capire perché segue una strategia politica tutta sua, chi davvero risulta incomprensibile ė Pierluigi Bersani. Lo stimavo come politico, mi era sempre apparso pragmatico e solido, onesto. Ma il suo arroccarsi su posizioni che non prevedono il ponte con il Pdl ossia le cosiddette larghe intese mi sembra l’esempio di una profonda e insidiosa miopia politica. Oggi più che mai Pd, Pdl e Movimento 5 stelle avrebbero dovuto unirsi in uno spirito di unità nazionale per dare vita ad un governo di scopo che fermasse il declino irreversibile del sistema economico italiano”.
D. Il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi ha lanciato l’allarme nei giorni scorsi durante le consultazioni di Bersani e ha fatto capire chiaramente che il rischio di un affondamento della nave Italia è dietro l’angolo. Come mai la politica non ha colto l’entità del pericolo, secondo lei?
R. “La miopia dei politici ė frutto del loro occuparsi di faccende legate ai partiti, alle alleanze, alle poltrone. I discorsi programmatici si fanno a malapena in campagna elettorale, poi prevale l’interesse del particulare e il bene comune non è mai la priorità dell’agenda. Ma forse noi imprenditori dovevamo farci sentire di più. Concordo con l’allarme di Squinzi, ritengo addirittura come le ho detto che ogni ora persa ci si avvicini al default, ma mi sarei aspettato dalla Confindustria maggiore efficacia nella comunicazione. Il presidente degli industriali privati italiani è una persona seria che deve tuttavia denunciare la gravità della situazione. Alzare i toni è necessario per far capire che è la politica a far affondare il sistema delle imprese. Le aziende che chiudono non lo fanno per incapacità degli imprenditori, ma per asse
nza di liquidità. Dalle nostre parti c’è il caso di un’impresa che produceva batterie al litio, un’azienda modello che rischia di morire. E vuole sapere perché? Per aver investito troppo nell’innovazione e nella ricerca”.
D. E veniamo alle sue proposte. Lei insiste sulla necessità di un governo Pd-Pdl, con un’ipotesi di premier Bersani e Alfano vice. E Silvio Berlusconi dove lo mettiamo?
R. “Berlusconi ha consentito al Pdl di recuperare consensi in campagna elettorale, questo ė indubbio, ma con la sua presenza ingombrante sulla scena politica non aiuta certamente il paese. Berlusconi finisce al contrario per diventare un problema, un ostacolo sulla via di un governo d’unità nazionale. Per il bene dell’Italia il Pdl dovrebbe avere la forza di mettere in campo risorse più fresche lasciando al Cavaliere il ruolo, più defilato, di padre nobile del partito. E invece da una parte il rifiuto al dialogo con il centro-destra di Bersani e la presenza imponente di Berlusconi stanno paralizzando la politica italiana proprio quando essa dovrebbe fornire alle imprese risposte concrete per evitare il tracollo”.
D. Un’altra partita strategica si gioca dal 18 aprile per il dopo Giorgio Napolitano al Quirinale. Lei ha un suo candidato?
R. “Dopo Napolitano vedrei bene una donna. Emma Bonino”.
D. A proposito di donne, che cosa pensa della nuova presidente della Camera Laura Boldrini?
R. “Penso che abbia alle spalle una bella storia. Ma il giorno del suo primo discorso avrebbe dovuto scegliere un taglio più istituzionale invece di raccontare ciò che aveva fatto nella vita. Oggi la Boldrini ricopre un incarico che deve essere super partes, dunque anche qui è opportuno rinunciare al personale a vantaggio del pubblico, è la strada migliore. I politici italiani sono disabituati a parlare di temi generali, sanno fare gossip, dietrologie, manovre di partito. E guardi un po’ dove stiamo scivolando come paese, un altro passo ed eccoci nel baratro! Intollerabile, per una nazione che avrebbe ancora tutti i fondamentali in ordine per agganciare il treno della ripresa economica che è partita in America”.
D. Ma a questo fosco quadro politico fa eccezione Matteo Renzi. Non piace soltanto a lei, ė apprezzato da tantissimi imprenditori. Perchè?
R. “Potrei dirle semplicemente perché ha il coraggio di parlare chiaro. Non segue tatticismi di maniera, riesce ad andare fino in fondo e a comunicare in modo empatico con la gente. Per noi imprenditori è essenziale che si faccia un governo per cambiare la legge elettorale prima di tornare al voto e per varare quei provvedimenti urgenti per l’economia.
D. Facciamo uno scenario, i saggi incaricati dal Quirinale continuano a lavorare mente il governo Monti in carica nella prorogatio lunedì prossimo approva il decreto che sblocca la prima tranche dei pagamenti da parte dello Stato alle imprese. È sufficiente come calcio di inizio?
R. “Lei parla di calcio di inizio quando qui la partita sta per chiudersi con una secca sconfitta per il paese! Non contesto le scelte di Napolitano, non sono fra quelli che dicono provocatoriamente che i saggi stanno schiacciando un pisolino oppure prendono tempo, io ritengo che la scelta sia giusta nella misura in cui può servire ad oleare la macchina, a ridurre gli attriti, ad accelerare quel governo di unità nazionale che serve subito al paese.