Se perfino gli indagati la definivano “Villa inferno”, non c’è motivo per dubitare di cosa accadesse al suo interno. Un nome più che azzeccato quello per la residenza alle porte di Bologna in cui, con cadenza pressoché settimanale, avvenivano festini a luci rosse in cui partecipavano anche ragazze minorenni, arruolate per fare sesso in cambio di droga. Questo quanto emerge dall’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari un ex candidato della Lega, Luca Cavazza (nella foto), e altre cinque persone. A tutti loro il pubblico ministero Stefano Dambruoso contesta, a seconda delle posizioni, l’induzione alla prostituzione e altri reati in materia di stupefacenti.
RACCONTO SPAVENTOSO. Orge per placare i più perversi appetiti sessuali che, secondo la Procura, diretta dal procuratore Giuseppe Amato, venivano organizzati principalmente da Cavazza che, si legge nell’atto, era “a conoscenza di stare effettuando un vero e proprio scouting delle giovani disponibili”. In tal senso “la prova è emersa con evidenza dalle parole della 17enne” coinvolta negli incontri a base di sesso in cambio di cocaina che denunciando l’accaduto ha spiegato ai pm cosa avveniva nel lussuoso casolare: “Ho appreso che spesso si svolgono incontri per consumare cocaina e fare sesso tanto da essere conosciuta come Villa Inferno. Così almeno mi aveva detto proprio Luca Cavazza, quando mi aveva convinto a seguirlo”.
Lo stesso, prosegue la giovane nel suo racconto shock, “è conosciuto nell’ambiente anche perché è capace di procurare ragazze nelle serate in cui c’è lo scambio di coca- sesso”. Parole che unite alle risultanze delle indagini, hanno convinto i pm che il politico era “dedito ad una vera e propria attività di procacciamento di ragazze anche minorenni potenzialmente disposte a prestazioni sessuali dietro corrispettivo con persone diverse dall’induttore stesso”. Allo stato attuale i pm ipotizzano che da ottobre 2019 fino all’inizio del 2020, almeno due giovanissime donne abbiano partecipato ai festini che si svolgevano nella villa incriminata.
DOPPIA MORALE. Eppure Cavazza, agente immobiliare, fin qui era conosciuto per essere legato all’ambiente dei tifosi della Virtus basket e per esser stato candidato non eletto alle regionali in Emilia-Romagna con il Carroccio, in supporto alla corsa di Lucia Borgonzoni. Una carriera politica iniziata già nel 2016 quando scese in campo per le elezioni comunali in quota Forza Italia e fu al centro di violentissime polemiche per aver visitato la tomba di Mussolini a Predappio e dopo aver scritto su Facebook un pensiero in merito: “Tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. A noi!”. Un post che, finito nel tritacarne dei media, lo stesso politico ha bollato come una “goliardata”. Ma c’è dell’altro a rendere ancor più grottesca questa triste storia.
Proprio Cavazza, lo scorso 23 gennaio in occasione della manifestazione leghista a Bibbiano sui presunti affidamenti illeciti, su Facebook ha scritto: “Giù le mani dai bambini”. Premura che, stando a quanto sostiene la Procura di Bologna, il politico non avrebbe avuto nel privato. Una vicenda che, inevitabilmente, ha scosso il mondo leghista tanto che il senatore Andrea Ostellari, commissario del partito in Emilia, ha detto che “se sarà ritenuto colpevole, auspichiamo una pena esemplare” per poi precisare che “dopo appurate verifiche Luca Cavazza non risulta essere iscritto alla Lega”.