Fra chi improvvisamente si accorge che la Basilicata esiste, chi ci usa e strumentalizza senza competenze, ci mancava ascoltare l’ennesima descrizione impropria della Basilicata. Ieri sera Marcello Sorgi a Ballaró ha descritto una terra, la mia terra, definendola “desolata”. Come se fossimo tornati indietro, nelle grotte, a lasciarci mortificare dal resto del Paese, vittime di pregiudizi. La Basilicata merita di essere rispettata come non mai. Non è desolata. Ha una storia la culla della Magna Grecia, anzi tante storie di grandi dignità, di sofferenza e lotte.
Ha detto: “Abbiamo visto come arrivano quelli con una gallina”. Ecco no. Lei non ci ha proprio visti. La Basilicata ha prodotto anche talenti, poeti, scrittori, ricercatori, lavoratori seri, insegnanti, brava e onesta gente. Giornalisti locali che raccontano le realtà, le luci e le ombre, da anni. Giovani che restano, progettano il loro futuro e non hanno bisogno di sentirsi dire che stanno investendo sogni, aspettative in una terra, appunto “squallida”, abbandonata. I lucani che emigrano e che ho incontrato nel mondo, durante i miei tour, non dimenticano le proprie origini, ne sono orgogliosi e tornano sempre, quando possono. La Basilicata ha una agricoltura eccellente, due mari e non solo “una costa”, boschi, colline, bellezza e non solo nei Sassi, che avete perfino conosciuto troppo tardi. L’informazione non può svilire un popoli intero. Non si può liquidare con “una gallina e una pecora” il sudore di tanti allevatori che si sono sempre rialzati, anche dopo il terremoto, anche dopo le alluvioni. Stiamo solo chiedendo rispetto e risposte sulla salute, sul nostro futuro. Sull’ambiente. Sminuirci non ci metterà a tacere.
“Quelli che arrivano con le galline”, caro Sorgi, sanno bene, più di chiunque altro, che la salute non si baratterà mai con nessuna illusione di ricchezza.
In questi giorni non c’è programma televisivo che non dedichi approfondimento alla Basilicata. E come ogni scandalo che si rispetti, a sostenerlo sono chiamati tecnici, giornalisti, esperti. Lo so bene, faccio questo mestiere, avevano chiamato anche me. Ma oggi, malgrado il mal di schiena che mi ha fatto rifiutare gli inviti, vorrei urlare a gran voce e partecipare ugualmente: La verità, vi prego, sulla Basilicata. Noi la cerchiamo, voi non la dite.