“Il 2021 è stato un anno in cui abbiamo perso 3,5 milioni di persone a causa di Covid-19: più morti che per Hiv, malaria e tubercolosi messi insieme nel 2020”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, sottolineando come non ci sia “dubbio che la condivisione iniqua dei vaccini sia costata molte vite”. Certo è che per le Regioni sono davvero ore difficili.
SOGLIE CRITICHE. Per tutte c’è la temuta spada di damocle del passaggio nella fascia gialla. Ma non solo. Perché con la curva epidemiologica in salita ci sono diverse regioni che rischiano di passare in arancione la prima settimana di gennaio. Nella maggior parte delle aree il tasso di occupazione dei reparti di area medica e terapia intensiva è ancora sotto la soglia critica, ma alcuni governatori hanno già annunciato il possibile passaggio da giallo ad arancione mentre altri rischiano di andare in giallo.
Rischiano l’arancione il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, la Liguria e la Calabria. Ma quali sono gli indicatori che segnano il passaggio di colore? Si passa in zona gialla se l’incidenza dei nuovi contagi settimanali supera i 50 casi per 100mila abitanti, la percentuale di posti occupati in area medica supera il 15 per cento dei posti disponibili; la percentuale di posti occupati in terapia intensiva pari al 10 per cento dei posti disponibili. Si va in zona arancione quando si ha tra i 150 e i 250 casi ogni 100mila abitanti, l’occupazione in terapia intensiva oltre il 20 per cento e in area medica oltre il 30 per cento.
“Il nostro modello dice che fino alla prima settimana di gennaio saremo in crescita con i contagi e ci avvicineremo alla fascia arancione che per i non vaccinati significherà chiusura di confini regionali” dichiara il presidente del Veneto, Luca Zaia. Il Veneto ha il 15 per cento dei posti occupati in terapia intensiva e il 22 in area medica. Sul passaggio in arancione della Liguria il governatore Giovanni Toti dice: “Omicron sta circolando in tutta Europa, oltre che in Italia e in Liguria, tutto possibile, ma i passaggi di zona hanno assunto un valore relativo, riguardando solo le persone non ancora vaccinate”.
Le vaccinazioni, intanto, in Liguria procedono spedite. “Abbiamo superato le 80mila dosi settimanali – dice Toti – siamo in linea con l’obiettivo dato dal generale Figliuolo”. La Liguria ha il 15 per cento dei posti occupati in terapia intensiva e il 22 in area medica. Ci sono poi Lombardia e Lazio che sono osservate speciali in quanto rischiano di passare in zona gialla tra Natale e Capodanno.
LOMBARDIA E LAZIO VERSO IL GIALLO. La Lombardia ha l’11 per cento di posti occupati in terapia intensiva e l’11 per cento in area medica. “I dati dicono che il numero dei contagi sta crescendo, ma che non sta crescendo in egual misura il numero dei ricoveri sia in terapia intensiva che ordinari. Evidentemente la vaccinazione ha contribuito in maniera sostanziale ad abbassare la gravità delle infezioni”, ha detto il governatore Attilio Fontana.
Il Lazio ha il 13 per cento dei posti occupati in terapia intensiva e il 14 per cento in area medica. “Rispetto ad un anno fa la pressione sulla rete ospedaliera è molto, molto inferiore. Detto questo siamo ancora in una situazione di zona bianca ma con una evoluzione che probabilmente ci porterà a un cambio colore verso il Capodanno”, spiega l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato.