Chissà se all’Auditorium Parco della Musica di Roma sia mai stata messa in scena “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht. Certo è che, dietro le quinte, di soldi ne girano decisamente di più. Nulla di illegale, per carità. Ma è un dato di fatto che tra dirigenza della Fondazione Musica per Roma – partecipata da Comune di Roma, Camera di Commercio e Regione Lazio, oggi diretta da José Ramón Dosal Noriega – e società che godono di convenzioni o appalti, spuntano legami decisamente interessanti.
Reti e appalti – Partiamo da un nome, Giovanni Cioffarelli, nipote di Franco, ex assessore regionale in quota Udc. Praticamente da sempre Cioffarelli è responsabile dell’Ufficio acquisti, affari generali e legali della Fondazione. Nel 2013 appoggia la corsa di Ignazio Marino al Campidoglio, addirittura in qualità di rappresentante delegato della “Lista Civica Marino”. E chi viene eletto, in quella stessa lista, tanto da diventarne capogruppo? Luca Giansanti, responsabile commerciale Cns (Consorzio Nazionale Servizi). E qui il cerchio, per quanto lecito sia, si chiude: per anni la raccolta rifiuti è stata in mano alla coop 29 giugno (quella di Salvatore Buzzi per intenderci, e oggi commissariata) che ha vinto l’appalto per il tramite proprio della Cns (Consorzio Nazionale Servizi), cui la 29 giugno era affiliata. Ma la rete è ancora più ampia, dato che lo stesso Giansanti è sposato con Nicoletta Capasso, che lavora manco a dirlo nell’Ufficio promozione della Fondazione. Peccato che la sezione del sito “amministrazione trasparente” non sia poi così trasparente, dato che di questo affidamento non c’è traccia. Ma non è l’unico appalto che desta curiosità. Per dire: dal 2005 la manutenzione è in mano alla Cpl Concordia, altra coop finita in un turbinio giudiziario da cui emergerebbero presunti rapporti con la camorra. Dopo anni in proroga, è stato finalmente indetto un bando (per oltre 4,3 milioni) proprio per il servizio di manutenzione della struttura. Stando però a quanto riportato sul sito, non c’è traccia di aggiudicazione, nonostante il termine per la ricezione delle offerte risalga all’ormai lontano 24 giugno 2015.
Ma gli intrecci, manco a dirlo, coinvolgono anche (e soprattutto) il mondo politico. Non è una novità che tra i dipendenti in aspettativa ci sia pure Lorenza Bonaccorsi, attuale deputata dem. Ma tra gli altri spunta pure Andrea Cocco, storico portavoce di Goffredo Bettini, da anni dirigente quadro all’Auditorium e oggi in comando presso la Regione Lazio, con un ruolo tutt’altro che secondario: prima responsabile della segreteria politica, ora vice capo di gabinetto del presidente Nicola Zingaretti, per uno stipendio da 130mila euro. Ma, d’altronde, già ai tempi di Piero Marrazzo, Cocco lavorava con ruolo apicale alla Regione. Piccola curiosità: al tempo Cocco non era laureato, così come non lo è stato con Zingaretti (né all’Auditorium) fino al 2014, anno in cui Cocco, come emerge dal suo curriculum, si è finalmente laureato presso la rinomata Link Campus University, ateneo privato diretto dall’ex sottosegretario ai tempi di Berlusconi, Vincenzo Scotti.
Fondi oscuri – Ora le partite in piedi sono anche altre. Tra queste anche il trasferimento del fondo intangibile dall’attuale banca tesoriera ad un’altra banca, tramite un’operazione secondo alcuni non chiara e non evidente a tutti i soci della Fondazione. Ma, se così sarà, ce lo dirà soltanto il tempo.
Tw: @CarmineGazzanni