Putin vuole procedere con la mobilitazione industriale in Russia: il Cremlino ha presentato una proposta di legge federale alla Duma per avviare la conversione di interi settori industriali e destinarli alla produzione bellica. In questo modo, Mosca ha implicitamente ammesso di essere a corto di armi e munizioni per portare avanti la guerra in Ucraina.
Putin vuole la mobilitazione industriale in Russia: la proposta di legge federale presentata alla Duma
Il capo di Stato maggiore della Federazione Russa, Valery Gerasimov, ha raggiunto l’Ucraina per confrontarsi con gli ufficiali del contingente mentre le truppe inviate da Mosca sono impegnate in una nuova progressione nel centro abitato di Lysychansk, la cui caduta pare ormai inevitabile. A questo proposito, la conquista di Lysychansk si traduce in un successo importante e reso possibile da una strategia basata su imponenti bombardamenti accompagnati da un considerevole impiego di uomini e tank nell’avanzata.
In questo contesto, nella giornata di giovedì 30 giugno, il Cremlino ha ammesso per la prima volta – seppur in modo indiretto – di dover correre ai ripari per sopperire alla mancanza di armi e munizioni. È stata, infatti, presentata una proposta di legge federale volta ad adottare “misure economiche speciali destinate al controterrorismo e ad altre operazioni fuori dai confini russi” alla Duma. Tra le “misure economiche speciali”, figurano anche rapide operazioni di riparazione di attrezzature militari e armi usate “nell’operazione militare speciale in corso nei territori delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk in Ucraina”, l’attivazione di “risorse materiali nelle riserve statali”, l’istituzione di una mobilitazione industriale “temporanea” attraverso il quale procedere all’organizzazione di un lavoro straordinario nelle “organizzazioni individuali”.
Mobilitazione industriale in Russia: così Mosca tenta di sopperire alla mancanza di armi e munizioni
La proposta di legge federale presentata alla Duma, inoltre, si propone di riconvertire alcuni settori industriali per sostenere lo sforzo bellico dei militari russi nel Donbass, anche in considerazione delle “misure restrittive contro cittadini ed entità legali russi”. L’obiettivo che Putin vuole raggiungere con la mobilitazione industriale, quindi, consiste nell’incrementare la capacità produttiva in contesto militare e rafforzare la logistica dei rifornimenti.
L’approvazione della legge federale, poi, conferirebbe al Cremlino l’autorità di “stabilire regolamenti speciali in materia di rapporti di lavoro per alcune organizzazioni, e per stabilimenti di produzione selezionati”.
Non solo Mosca: anche a Kiev le armi scarseggiano e si aspettano aiuti dalla NATO
I problemi legati alla carenza di armi e munizioni implicitamente svelati da Mosca trovano riscontro anche entro i confini della sua controparte. In Ucraina, infatti, si continua a chiedere ai “Paesi amici” l’invio di equipaggiamenti militari e armamenti. In particolare, Kiev spera nell’aiuto della NATO per risolvere il deficit di risorse belliche esistente nei territori nazionali.
Intanto, gli Stati Uniti d’America hanno già provveduto ad approvare l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti che include razzi guidati per gli Himars, radar per individuare le truppe nemiche e 170 mila proiettili da 155 millimetri per i cannoni.