Dopo le reciproche aperture di Donald Trump e Vladimir Putin a riprendere un dialogo volto a chiudere la guerra in Ucraina, lo zar getta la maschera e inizia a dettare le proprie condizioni. A spiegare quali siano i paletti che il presidente russo ritiene “invalicabili” è il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko. Secondo il diplomatico, la prima condizione è che un eventuale accordo di pace includa “precise garanzie che escludano l’adesione dell’Ucraina alla Nato”, considerata una delle cause scatenanti del conflitto. La seconda condizione, invece, rischia di far naufragare i negoziati ancora prima che inizino.
Come spiegato da Grushko, “è opportuno premettere che Zelensky” non è democraticamente legittimato e “non può fare un accordo”, poiché lui stesso “ha vietato i negoziati con un decreto”. In sostanza, per Mosca, le interlocuzioni non possono avvenire con l’attuale leader ucraino. Si tratta di una condizione chiaramente inaccettabile, volta a scaricare l’intera responsabilità dei mancati negoziati sulle spalle di Volodymyr Zelensky. Tuttavia, appare evidente che, se la trattativa non è mai partita, è perché nessuna delle parti l’ha realmente voluta.
Da Putin un bluff sulla pace in Ucraina: per avviare i negoziati pretende lo stop all’adesione di Kiev nella Nato e che Zelensky lasci il potere
Quel che è certo è che per l’Ucraina la situazione al fronte si fa sempre più complicata, con le truppe di Mosca che continuano ad avanzare a ritmo sempre più sostenuto in tutto il Donbass. Un’offensiva a cui l’esercito dell’ex repubblica sovietica, ormai a corto di uomini e armi a causa dei ritardi nelle forniture occidentali, fatica sempre più a resistere. La prospettiva per il futuro appare ancora più cupa, con il possibile disimpegno degli Stati Uniti all’orizzonte. Questo finirebbe per lasciare tutto il peso del supporto militare a Kiev nelle mani dell’Unione Europea, una possibilità che preoccupa profondamente Bruxelles. Sebbene ufficialmente i leader europei ribadiscano il loro impegno a sostenere l’Ucraina, il timore di non riuscire a sostenere il peso di un conflitto prolungato è palpabile.
Che questa situazione sia fonte di grande preoccupazione è stato sottolineato dal ministro degli Esteri slovacco, Juraj Blanar, il quale ha dichiarato: “Se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump interrompesse il sostegno all’Ucraina, l’Unione Europea non avrebbe le capacità per sopportare l’intero onere.” Secondo Blanar, la resistenza ucraina, nelle condizioni attuali, appare sempre più vicina al collasso.