Putin si sente la vittoria in tasca: “Le provocazioni nella regione di Kursk non ci hanno fermato e quando sarà definitivamente fallita, Kiev si piegherà”

Putin si sente la vittoria in tasca: "Le provocazioni a Kursk non ci hanno fermato e quando sarà definitivamente fallita, Kiev si piegherà"

Putin si sente la vittoria in tasca: “Le provocazioni nella regione di Kursk non ci hanno fermato e quando sarà definitivamente fallita, Kiev si piegherà”

In occasione dell’inizio dell’anno scolastico, Vladimir Putin ha visitato una scuola a Kyzyl, nella Repubblica di Tuva, nella Siberia meridionale. Parlando agli studenti, il presidente russo ha detto che “la Federazione Russa si occuperà dei banditi ucraini nella regione di Kursk che cercano di destabilizzare la situazione nella zona di confine”.

“Le provocazioni nella regione di Kursk non sono riuscite a fermare la nostra offensiva nel Donbass. Le forze armate russe ora controllano i territori non in metri, ma in chilometri quadrati”, ha aggiunto. Lo zar ha poi detto di ritenere che “le attuali autorità ucraine non desiderano porre fine alle ostilità, perché non vogliono organizzare le elezioni presidenziali”.

E ancora: “Non ci sono Paesi ostili alla Russia, ci sono elite ostili che vogliono indebolirla e dividerla. Ma sono destinate a fallire”.

Putin si sente la vittoria in tasca: “Le provocazioni nella regione di Kursk non ci hanno fermato e quando sarà definitivamente fallita, Kiev si piegherà”

Sempre secondo Putin l’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk è destinata a fallire e quando i “nemici” lo avranno capito, avranno il forte “desiderio, non a parole ma nei fatti, di passare a negoziati pacifici e di risolvere pacificamente questi problemi”.

Per il governo di Putin, gli ucraini valutano di causare un disastro nucleare

Intanto a preoccupare è ancora una volta la situazione degli impianti nucleari in Ucraine e Russia. Sul punto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha accusato l’Ucraina di avere rifiutato un accordo mediato dalla Turchia che prevedeva anche garanzie di sicurezza nel conflitto per le centrali atomiche. Secondo Lavrov, citato dall’agenzia russa Interfax, la clausola era contenuta in una bozza d’accordo elaborata la primavera scorsa che puntava a rinnovare l’intesa per la sicurezza delle esportazioni di grano dai porti ucraini del Mar Nero.

Secondo il ministro sul punto inizialmente “ci siamo detti tutti d’accordo, ma subito dopo gli ucraini hanno detto di no, a quanto apre avevano già dei piani per bombardare le centrali nucleari”.