“Putin costruisce la fiducia lanciando su Kiev il più massiccio attacco missilistico da settimane, proprio nel mezzo della visita di leader africani alla nostra capitale. I missili sono un messaggio all’Africa: la Russia vuole più guerra, non la pace”. Parola del ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, subito dopo il bombardamento con i Kalibr russi lanciati dal Mar Nero verso la regione di Kiev.
“Case private sono state danneggiate in uno dei distretti della regione di Kiev, dove ci sono vittime”: lo riferisce il capo della polizia regionale, Andriy Nebytov. Non una delle migliori accoglienze per la missione di pace africana. Anche se l’aeronautica ucraina afferma di aver respinto “sei missili Kinzhal, sei missili da crociera Kalibr e due droni da ricognizione” nell’attacco aereo compiuto sull’Ucraina, compresa la capitale.
Bombe strategiche
Immediata la reazione di Berlino. La Germania fornirà all’Ucraina altri 64 missili guidati per i sistemi Patriot. Lo ha annunciato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, nel secondo giorno della ministeriale difesa della Nato a Bruxelles. Questo è “un segno molto importante di sostegno continuo agli sforzi riusciti delle forze armate ucraine per garantire la difesa aerea, specialmente ora in questa fase speciale della guerra”, ha detto il ministro. Certo è che si tratta di un segnale forte di Mosca anche nei confronti di quei Paesi che nelle ultime ore stanno tentando l’impresa, e cioè la mediazione nel conflitto.
Infatti l’Africa non ha voluto rimanere inattiva su un tema che la riguarda direttamente, per le conseguenze economiche su tutto il continente. è con questa volontà che questa missione di pace si è concretizzata a gennaio nella massima segretezza con discussioni solo tra capi di Stato. In una dichiarazione alle agenzie internazionali, il presidente della Repubblica del Congo, pur non essendo presente, Sassou Nguesso, ha detto che i leader africani hanno come obiettivo quello di portare “un messaggio di pace, o almeno di pacificazione” ai presidenti ucraino e russo, per “far comprendere ai belligeranti le sofferenze causate da questa guerra ai popoli deboli del mondo e in particolare ai popoli dell’Africa”.
L’Africa, il continente con la maggior concentrazione di paesi a basso reddito, è la regione del mondo che maggiormente ha subito il contraccolpo degli effetti del conflitto russo-ucraino: dalla crisi del grano all’aumento del costo delle materie prime fino alla scarsità di fertilizzanti, elementi che stanno mettendo letteralmente in ginocchio l’approvvigionamento alimentare di molti paesi. Sulla missione africana, tuttavia, pesano anche frizioni internazionali, in particolare quelle tra Stati Uniti e Sudafrica, dopo le accuse fatte a Pretoria di aver fornito armi a Mosca.
Il presidente sudafricano Ramaphosa, dal canto suo, ha assicurato che il suo paese non sarebbe stato coinvolto in “una competizione tra potenze mondiali” sull’Ucraina e che è stato soggetto a “straordinarie pressioni” per scegliere da che parte stare. “Non accettiamo che la nostra posizione di non allineamento favorisca la Russia rispetto ad altri paesi. Non accettiamo nemmeno che metta a repentaglio le nostre relazioni con altri Paesi”, in particolare la Russia. è noto, inoltre, che gli Usa stiano facendo pressioni su numerosi paesi africani affinché scelgano da che parte stare, cioè abbandonino Mosca, e quindi sono siano più soggetti “neutrali” rispetto alla guerra Ucraina.