“Questa mattina missili russi hanno colpito un convoglio umanitario in uscita da Zaporizhzhia uccidendo 23 persone e ferendone altre 28, tutti civili”. Questo quanto riferisce il capo dell’amministrazione regionale militare, Oleksandr Starukh, citato da Espreso Tv, descrivendo l’ultima follia di Vladimir Putin.
Secondo quanto si vede in alcuni video pubblicati sui social, sul luogo dell’impatto sono state ritrovate tracce di impatti multipli che hanno centrato il convoglio. Particolarità, questa, che ha fatto insorgere l’amministrazione di Volodymyr Zelensky convinta che sarebbero state usate le micidiali – e bandite – bombe a grappolo.
Secondo una prima ricostruzione, riferita dal vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino Kyrylo Tymoshenko, sono 16 i razzi sparati dalle forze di Mosca su Zaporizhzhia, quattro dei quali hanno colpito l’area del mercato automobilistico e un convoglio di civili, provocando la strage.
Putin & co scaricano le colpe su Zelensky
Come sempre accade in questi frangenti, sull’attacco è in corso il solito scaricabarile di Mosca. Il filorusso Volodymyr Rogov, membro del consiglio principale dell’amministrazione militare-civile della regione di Zaporizhzhia, sostiene che a lanciare le bombe sarebbe stato l’esercito ucraino.
Secondo Rogov “le autorità ucraine vogliono intimidire la popolazione nel territorio che controllano per impedire il deflusso di persone verso quella parte della regione che presto diventerà un soggetto della Federazione Russa”.
Una ricostruzione seccamente smentita dal Governo dell’Ucraina e dai servizi di intelligence Occidentali che si dicono certi che a colpire è stato il Cremlino.
Lukashenko fa melina
Intanto nell’attesa dell’annuncio di Putin sull’annessione delle quatro regioni dell’Ucraina in cui si sono disputati i referendum farsa, torna a parlare il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. “Se gli europei lo vogliono sinceramente, la pace” in Ucraina, allora questa “può essere raggiunta in pochi giorni”. Queste le incredibili dichiarazioni del fedele alleato dello zar che continua a scaricare le responsabilità di questa guerra sull’Unione europea, ignorando le responsabilità della Russia.