Non si sente più parlare del mandato di cattura per Putin per “crimini di guerra”. Ma davvero potrebbe essere arrestato?
Marco Taddei
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Gentile lettore, deve sapere che gli atti della Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja, pilotata da inglesi e polacchi, sono solo fatti politici mascherati da una veste giuridica. L’arresto di Putin è una questione astratta, poiché è escluso che il presidente russo si rechi in paesi che aderiscono alla Cpi. Fermo restando che la Cpi non ha nulla a che fare con l’Onu, si noti che l’Onu ha appena pubblicato “le prove” di 15 crimini di guerra attribuiti alla Russia e – udite, udite – 25 attribuiti all’Ucraina. Qualcuno per caso ha spiccato un mandato di cattura per Zelensky? La Russia non riconosce la Cpi, così come Usa, Cina, Israele, Arabia Saudita e Ucraina. Gli Usa anzi contestarono rabbiosamente la creazione di quel tribunale, dal momento che sanno di essere passibili più di chiunque altro dell’accusa di crimini di guerra. Nel 2002, l’anno di nascita della Cpi, Washington varò una legge che autorizza l’uso della forza e perfino l’invasione dell’Olanda, qualora un cittadino americano o di un paese Nato sia “arrestato per ordine della Cpi”. La legge fu approvata dal Congresso e firmata dal presidente W. Bush. È chiamata “Legge per l’invasione dell’Aja”. Tra l’altro proibisce a chiunque, americano o non americano, di condurre indagini sul suolo degli Usa. Suggerirei a Putin di far approvare dalla Duma una legge identica a quella americana, anzi una sua traduzione fedele, compresa la facoltà di invadere l’Olanda. Chi potrebbe contestarla? L’America? La Nato?
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