Il mondo è giustamente sconvolto dalle immagini che arrivano da Bucha. Ci sono uomini, donne (e, per ora, un bambino di 14 anni) uccisi ai bordi delle strade, mentre tentavano di scappare oppure dopo essere stati legati e freddati con un colpo alla nuca. Tutto il mondo giustamente condanna Putin che ogni giorno di più trasforma questa guerra in un abisso. Ci sarebbero anche delle fosse comuni.
Qualcuno dice che la guerra fatta così è una barbarie, come se esistessero guerre “buone” o guerra “giuste”, dimenticando che nel ‘900 ile vittime civili passano dal 10% della Prima Guerra mondiale, al 60% della Seconda Guerra mondiale al 90% delle guerre recenti. Putin intanto continua a chiamare tutto questo “operazione militare speciale”.
I morti in mare
L’altro ieri l’equipaggio della nave panamense Alegria 1 ha soccorso 4 persone in mezzo al Mediterraneo che fuggivano dall’inferno libico. Erano in 100: 96 sono morti in mezzo al mare dopo essere stati alla deriva per 4 giorni. I sopravvissuti sono stati rispediti nella Libia delle torture già confermate dall’ONU e da tutte le organizzazioni internazionali, rimessi in mano alla cosiddetta Guardia costiera libica e ai miliziani svelati da decine di inchieste internazionali.
Anche in questo caso, in Libia come in Russia, si sa benissimo chi ha ordinato questa guerra. Poiché tra i fiancheggiatori degli assassini libici c’è l’Europa tutta (con l’Italia in testa) che profumatamente paga i carcerieri e che addirittura li addestra, lo sdegno è piuttosto smussato. Del resto queste sono vittime innocenti e “collaterali” di quella stessa Ue piuttosto strabica quando si tratta dei propri errori e dei propri orrori.
Curiosamente anche i morti in Libia e nel Mediterraneo vengono classificati con uno slogan apparentemente pulito: “controllo delle frontiere”.
Avere orrore delle guerre è un atto profondamente umano e un dovere etico. Notate sempre con attenzione che guerre sia declinato al plurale, si riferisca a tutte le guerre. Altrimenti spesso è una truffa.