Qualcuno definisce “storica” l’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin. Non so se l’aggettivo “storica” sia appropriato, ma di sicuro è uno scoop mondiale.
Valentina Benni
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Gentile lettrice, poco più di 48 ore dopo la pubblicazione su X (ex Twitter) l’intervista di Carlson a Putin aveva superato 190 milioni di visualizzazioni. A queste ne vanno aggiunte milioni sul sito web di Carlson e milioni sugli account di chi ha condiviso l’intervista su X (un milione di condivisioni in 24 ore) e su altri social. Per la prima volta nella storia un account privato di X ha realizzato più audience di quanta ne raccolgano in un giorno, messe insieme, tutte le tv americane, che investono centinaia di milioni di dollari nella programmazione. Credo che neppure eventi in mondovisione come il Concerto per l’Africa del 1985 abbiano conosciuto numeri comparabili. Definirla quindi un’intervista storica non mi sembra eccessivo. E nello stesso tempo è storica la sconfitta dei governi occidentali, che da due anni oscurano tutte le fonti di informazione russe o non allineate, e idem per la censura praticata da Facebook, YouTube, ecc. Se le dittature occidentali volevano che il pensiero di Putin non raggiungesse i nostri popoli, allora hanno fallito nonostante il loro strapotere, e Carlson le ha beffate. Senza disporre di una tv (licenziato l’anno scorso da Fox News), un individuo ribelle ha gabbato tutti i poteri occidentali. Carlson ci ha insegnato che per la libertà e la ricerca della verità esiste una via, quella della resistenza morale. È l’unica resistenza possibile alla dittatura del “democratico” occidente.
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