Chi si aspettava un cambio di rotta della Polonia con il passaggio del testinome tra il governo di estrema destra guidato da Mateusz Morawiecki e quello in carica, presieduto dal centrista Donald Tusk, dovrà ricredersi. Quando si parla di crisi in Ucraina e di rapporti con la Russia, la moderazione non abita a Varsavia, di qualunque colore sia l’esecutivo. Non deve sorpredere, allora, se il premier si esprima sulla guerra con gli stessi toni apocalittici del suo predecessore.
Stesse parole
“La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile – ha messo in guardia Tusk, intervistato da La Repubblica -. È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica”.
Ma non è tutto. “Il nostro obiettivo principale deve essere quello di proteggere l’Ucraina dall’invasione russa e di tutelare la sua indipendenza e integrità – ha aggiunto -. Il destino dell’Ucraina è soprattutto nelle nostre mani. Non mi riferisco alla sola Polonia o all’Ue, ma all’intero Occidente”. Il sillogismo, dato per sottintenso, è lo stesso che i principali leader dell’Ue vanno ripetendo da mese per giustificare la prosecuzione di una guerra ormai persa: se cade l’Ucraina i prossimi saremo noi.
Sebbene il Cremlino abbia a più riprese smentito di voler attaccare altri Paesi dell’Unione europea per non parlare di quelli aderenti alla Nato. Ma tant’è, Tusk, la mette giù pesante per aprirsi un vasco verso il vero nodo del suo ragionamento: la corsa al riarmo e le relative spese. “Non c’è motivo per cui gli europei non debbano rispettare un principio fondamentale e spendere almeno il 2% del Pil per la difesa (a parte il 5,7 milioni di poveri e la sanità allo sfascio, tanto per restare all’Italia, ndr). Il punto di partenza è questo”.
Sul governo italiano, Tusk assicura: “Il ruolo positivo di Meloni a Bruxelles, nel Consiglio europeo, è ampiamente apprezzato”. Il sottinteso anche in questo caso è chiaro: l’apprezzamento durerà fintanto che l’Italia continuerà a restare allineata nel sostegno senza se e senza ma alla causa ucraina. E non finisce qui. A fargli eco è pure l’ambasciatrice polaccca in Italia, Anna Maria Anders. “La debolezza dell’Europa incoraggia Vladimir Putin a essere ancora più aggressivo, l’Ue aumenti le sue forniture di armi all’Ucraina”, è il messaggio della diplomatica affidato ad un’intervista all’Adnkronos, per mettere in guardia sulla concreta possibilità di una guerra diretta tra la Russia ed i Paesi della Nato come effetto di un’escalation in Ucraina innescata dall’attentato a Mosca di una settimana fa.
“La guerra continua – dice la figlia del generale Wladyslaw Albert Anders, vincitore della battaglia di Cassino contro i nazifascisti durante a Seconda guerra mondiale – e la paura della Russia non è irrazionale. Credo che conoscere la storia possa aiutare a comprendere il modus operandi della Russia. Possiamo certamente aspettarci un’escalation e una crescente disinformazione”.
Si vis pacem…
L’Europa deve dunque prepararsi alla guerra con la Russia? “Risponderò con il proverbio latino recentemente citato dai politici europei: ‘Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace, prepara la guerra’. Purtroppo è ancora molto attuale. In Polonia, lo abbiamo già detto molte volte: Vladimir Putin comprende solo il linguaggio della forza. La debolezza dell’Europa lo incoraggia solo ad essere più aggressivo”.
Peccato che, almeno in Italia, sempre più persone condividano un altro proverbio. Quello di Papa Francesco: se vuoi la pace, prepara la pace.