Pure Musumeci contro l’Autonomia. Alta tensione sulla riforma della Lega

Il governatore veneto Luca Zaia replica a muso duro all'ex presidente della Regione Sicilia "Non vogliamo portar via scrivanie"

Pure Musumeci contro l’Autonomia. Alta tensione sulla riforma della Lega

L’Autonomia differenziata, figlia della Lega, continua a spaccare, oltre l’Italia, anche la maggioranza e il governo. Questa volta ad accendere la miccia non è la solita Forza Italia.

A sferrare l’attacco al Carroccio è un ministro di Fratelli d’Italia. Come già nei giorni scorsi il vicepremier azzurro e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva rivendicato di non voler cedere il commercio estero, allo stesso modo il ministro con deleghe sulla Protezione civile e il mare Nello Musumeci, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato quanto segue: “La premessa è che sono un autonomista convinto. Però non posso esserlo su una materia come la Protezione civile. Non posso esserlo perché è un tema che riguarda la sicurezza nazionale”.

La richiesta delle Regioni sulla Protezione civile ch eha fatto infuriare Musumeci

Il punto è che lo scorso 3 ottobre quattro Regioni si sono sedute insieme al ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli per discutere di materie non Lep.

Il Veneto ha chiesto Autonomia sulle funzioni di nove materie, la Liguria e il Piemonte su sei e la Lombardia su otto, ma tutte hanno avanzato richieste legate alla Protezione civile. Una situazione che evidentemente Musumeci non ha gradito.

Ma tanto lui quanto Tajani hanno poco da lamentarsi dal momento che tanto la protezione civile quanto il commercio estero rientrano tra le materie che non sono “lepizzabili” e dunque su queste le Regioni sono nelle condizioni, come stabilisce la legge che Musumeci e Tajani hanno pure votato, di chiedere maggiore autonomia.

L’elenco delle materie non Lep

Sono in tutto nove e sono: rapporti internazionali e con l’Unione europea; commercio con l’estero; professioni; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; giudici di pace.

Musumeci, dopo il clamore suscitato dalle sue parole, fa finta di rettificare. “Il quotidiano Repubblica – dice – ci prova a mettere zizzania nel centrodestra. Ma il tema, per fortuna, non si presta ad equivoci. Il giornalista omette di scrivere che su alcuni punti, in materia di Protezione civile, le richieste delle Regioni appaiono recepibili, come ho già formalizzato al collega Calderoli; su altri serve un approfondimento. La Protezione civile peraltro è un sistema fortemente integrato con le Regioni e le decisioni sono tutte concordate. Altra cosa è lo standard minimo di sicurezza del territorio e dell’incolumità delle persone, che non può essere delegabile. E su questo credo siamo tutti d’accordo. Sono convinto sostenitore dell’Autonomia differenziata, ma a mio parere – come più volte dichiarato – va applicata contestualmente e non a rate”.

La replica al vetriolo di Zaia a Musumeci

Replica il governatore veneto. “Posso capire la difesa del presidio, ma non è contemplabile il fatto che si dica a priori che non si tratta. Stiamo parlando della Protezione civile una materia concorrente in parte già in pancia alle Regioni, c’è qualche aggiustamento da fare ma nell’interesse dei cittadini”, ha detto Luca Zaia.

“Nessuno vuole chiudere ministeri, nessuno vuol portar via scrivanie”, ha aggiunto Zaia.

“Non è tollerabile che la posizione del governo arrivi alla spicciolata, con dichiarazioni alla stampa, materia per materia. Per questo in commissione Affari Costituzionali alla Camera abbiamo chiesto che vengano a riferire uno per uno tutti i ministri per dirci cosa intendono fare nella devoluzione alle Regioni delle materie di cui sono responsabili”, affermano i rappresentanti del M5S nella commissione Affari Costituzionali della Camera Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Alfonso Colucci e Pasqualino Penza.