Ieri una nuova mobilitazione. Con lo sciopero generale indetto dai sindacati di base. Alfonso Colucci, capogruppo M5S nella commissione Affari Costituzionali della Camera, quant’è grave il disagio sociale che serpeggia nel Paese?
“Lo sciopero è la spia di un disagio sociale che diventa sempre più grave. D’altra parte il Pil quest’anno crescerà la metà di quanto il governo aveva previsto, ovvero lo 0,5%. Siamo tornati alla crescita dello zero-virgola, mentre la produzione industriale cala da ben 21 mesi consecutivi e la cassa integrazione nei primi nove mesi dell’anno è cresciuta del 23,3% rispetto all’analogo periodo del 2023; quella ordinaria addirittura del 30%. Ancora: abbiamo il record storico di poveri assoluti, 5,7 milioni, e di famiglie operaie in totale indigenza. Dunque è evidente la situazione gravissima di disagio economico e sociale che c’è nel Paese. Di fronte a questa situazione, la maggioranza trova tempo e risorse per alzare gli stipendi di ministri, viceministri e sottosegretari. Sono fuori dal mondo”.
Il Tar ha sospeso la precettazione del ministro Matteo Salvini, che aveva firmato l’ordinanza per ridurre a 4 ore l’astensione dal lavoro per i trasporti.
“Penso che il ministro Salvini, nel riconoscere il diritto costituzionale di sciopero, dovrebbe occuparsi delle ragioni profonde che muovono i lavoratori a esercitare un diritto così essenziale e forte quale il diritto di sciopero. Qui il governo risponde precettando e non curandosi delle cause profonde per le quali i lavoratori scendono in piazza e si astengono dal lavoro. E questo è grave perché non farà che aumentare il contrasto sociale e il disagio di questi milioni di lavoratori in Italia”.
Oggi scenderete in piazza contro il ddl Sicurezza. Con l’approvazione di questo provvedimento sarà più difficile esprimere il dissenso?
“Purtroppo sì. Questo disegno di legge ha un’impronta di natura securitaria, reprime il dissenso che si manifesti anche attraverso la desistenza o la resistenza passiva, ad esempio nei penitenziari o nei centri di accoglienza per i migranti. Reprime anche il dissenso rispetto alle grandi opere. Come se si dicesse non sei d’accordo col ponte sullo Stretto del governo Meloni? Allora è un’aggravante se protesti contro i progetti dell’esecutivo. E introduce una norma molto grave come l’articolo 31 sui servizi segreti che accedono alle banche dati delle società e degli enti pubblici. Un’impronta securitaria questa, come se il governo pensasse che punire e reprimere fossero lo strumento per curare il disagio sociale. È esattamente l’opposto”.
Eppure il provvedimento pare aver fatto implodere la stessa maggioranza.
“La maggioranza è sempre più divisa. Lo vediamo sulle detenute madri e su una serie di altre disposizioni. Come il tema contenuto in un altro provvedimento sui divieti di ricongiungimento familiare per i migranti regolari prima dei due anni. Qual è il tema? La maggioranza è divisa al suo interno ma il patto di potere supera le stesse divisioni e questa è una vera ipocrisia politica, perché dichiarano nelle piazze di non essere d’accordo a mandare in carcere i bambini fino a un anno con le mamme ma poi in Parlamento votano questa misura. Dunque una maggioranza divisa ma cementata dal patto di potere, a danno dei cittadini e sotto le insegne dell’ipocrisia politica”.
La Cassazione ha dato il via libera al referendum per l’abrogazione totale dell’Autonomia differenziata.
“Si apre ancora una volta una partita democratica. Ovvero dare voce ai cittadini per abrogare del tutto quello che rimane – perché sono macerie quelle che rimangono – della legge Calderoli. Noi abbiamo raccolto un milione e 300mila sottoscrizioni in poco più di due mesi, con agosto di mezzo. E questo testimonia una grande volontà di partecipazione democratica. I cittadini saranno di nuovo chiamati, se la Corte costituzionale convaliderà del tutto il quesito referendario, a pronunciarsi contro questa legge che spacca l’Italia e mortifica i diritti primari della persona in termini di uguaglianza, sanità, istruzione, ambiente e politiche energetiche. La Consulta ha fatto due operazioni. Ha bocciato i pilastri fondanti della legge Calderoli. Per il resto ne ha dato un’interpretazione costituzionalmente orientata, quindi una sentenza di rigetto per la parte interpretativa. Ha detto, cioè, che quel poco che rimane deve essere comunque interpretato in coerenza con la forma di Stato. E quindi in conformità ai principi di uguaglianza, unità e indivisibilità della Repubblica. Quel che rimane della legge non è auto-applicativa dunque non può essere utilizzata più ma può essere ulteriormente abrogata col voto dei cittadini. Ora la Corte costituzionale è chiamata a un giudizio molto preciso, dunque confidiamo che darà il definitivo via libera al referendum”.