Puglia, il sindaco di Roccaforzata è stato arrestato con l’accusa di tentata concussione ed è stato posto ai domiciliari. Le forze dell’ordine hanno fermato anche un pregiudicato di 59 anni e stanno indagando su altre cinque persone.
Puglia, sindaco di Roccaforzata arrestato
Il sindaco di Roccaforzata, Roberto Iacca, è stato arrestato con l’accusa di tentata concussione per appalti pilotati e assunzione. La Squadra mobile della questura di Taranto ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare contro Iacca nella mattinata di giovedì 4 agosto. Il sindaco di Roccaforzata, in provincia di Taranto, in Puglia, è stato eletto a maggio 2019 con una lista civica. Al momento, il politico si trova ai domiciliari. La medesima misura cautelare è stata disposta anche nei confronti di un uomo di 59 anni con precedenti di polizia.
Insieme al primo cittadino e al 59enne posti ai domiciliari, sono indagate dalle forze dell’ordine anche altre cinque persone. I reati contestati, a vario titolo, fanno riferimento a tentata concussione, incendio, induzione indebita a dare o promettere utilità, indebita percezione del reddito di cittadinanza.
L’accusa è di tentata concussione
L’inchiesta è scaturita a seguito di altre indagini: gli inquirenti hanno rinvenuto indizi che puntavano verso una presunta trattativa per l’assegnazione di una serie di appalti pubblici tra il sindaco e un’azienda locale che avrebbe potuto ottenere i lavori grazie all’intercessione di un “amico comune” ossia il 59enne ai domiciliari.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip di Taranto Giovanni Caroli su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del pm Francesco Ciardo.
In particolare, è stato rivelato che il 59enne è un pregiudicato vicino ai circuiti criminali di alto profilo che, secondo gli investigatori, sarebbe “capace di manovrare le scelte politico-amministrative dell’ente comunale, con un apparente rapporto simbiotico con il sindaco, tanto da aver ingenerato intolleranza nei dipendenti comunali e in alcuni consiglieri comunali proprio per la sua presenza costante” negli uffici comunali.
Nel corso delle indagini, poi, è emerso che il pregiudicato e uno degli indagati a piede libero avrebbero dato al fuoco l’auto di un consigliere comunale che si era opposto politicamente al sindaco, scagliandosi contro il rapporto che intercorreva tra Iacca e il 59enne.