Proseguono in Israele le proteste per la riforma della giustizia. Circa 80 mila israeliani si sono raduntati oggi di fronte alle cancellate della Knesset per protestare contro la riforma giudiziaria avviata dal governo Netanyahu e contro il licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant.
Proseguono in Israele le proteste per la riforma della giustizia. Circa 80 mila manifestanti si sono radunati oggi di fronte alla Knesset
Su un palco improvvisato si sono alternati i principali leader della opposizione parlamentare, fra cui Yair Lapid, Benny Gantz e Avigdor Lieberman. La manifestazione, che sembra volgere al termine, si è svolta finora senza incidenti. Fra poco, in un parco vicino alla Knesset, affluiranno invece i sostenitori della destra nazionalista che sperano di radunare anch’essi una folla significativa.
Il più grande sindacato israeliano ha indetto uno sciopero in vari settori in segno di sostegno alle proteste in corso contro il piano di riforma della giustizia del primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo sciopero è stato ordinato dal gruppo Histadrut, che rappresenta tra gli altri quasi 800.000 dipendenti nei settori sanitario e bancario, e si prevede che paralizzerà gran parte dell’economia israeliana.
Migliaia di viaggiatori hanno subito disagi dopo che tutti i voli in partenza dal principale aeroporto internazionale sono stati bloccati a causa delle proteste. Le proteste si sono rafforzate dopo la decisione di Netanyahu di licenziare il suo ministro della Difesa che aveva chiesto di sospendere la riforma del sistema giudiziario.
Cantando “il paese è in fiamme”, i manifestanti hanno acceso falò sull’autostrada principale di Tel Aviv, chiudendo per ore l’accesso e molti altri in tutto il paese. Migliaia di manifestanti si sono radunati lunedì davanti alla Knesset per esercitare più pressione sul governo.
Ben Gvir ha dato la sua disponibilità a rinviare la riforma fino alla ripresa dei lavori del Parlamento
Il partito israeliano di estrema destra Potenza ebraica di Itamar Ben Gvir, il più grande sostenitore del disegno di legge sulla revisione giudiziaria, ha dato la sua disponibilità a rinviare la riforma fino alla ripresa dei lavori del Parlamento (Knesset), dopo la Pasqua ebraica. Secondo una dichiarazione diffusa dal partito, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ritarderà quindi di diverse settimane la riforma. In cambio, Ben Gvir ha ottenuto che il governo esamini immediatamente la creazione di una ‘Guardia nazionale’ sotto la sua guida.
Netanyahu parla alla nazione
Il premier Benyamin Netanyahu parlerà alle 20.05 (le 19.05 in Italia) sulla situazione politica in Israele. Lo ha fatto sapere l’ufficio del premier. Il discorso di Netanyahu era atteso questa mattina, poi durante il corso della giornata, è slittato di volta in volta. Secondo i media e il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, Netanyahu potrebbe annunciare un rinvio della riforma fino alla ripresa dei lavori della Knesset dopo la pausa per la Pasqua ebraica ai primi di maggio.
Kirby: “Gli Usa restano preoccupati per la situazione in Israele”
“Gli Usa restano preoccupati per la situazione in Israele” ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ricordando l’invito della Casa Bianca a un compromesso sulla controversa riforma della giustizia e confermando l’invito a Israele al summit per la democrazia. Kirby ha aggiunto che Joe Biden ha condiviso direttamente e in modo “molto franco” le sue preoccupazioni con il premier israeliano Netanyahu.