Il premier Mario Draghi ha firmato il Dpcm sulla protezione temporanea e l’assistenza per i profughi provenienti dall’Ucraina. Il decreto fissa a partire dal 4 marzo di quest’anno la decorrenza della protezione temporanea, con durata di un anno. I beneficiari sono gli sfollati dall’Ucraina a partire dal 24 febbraio. In questa categoria rientrano non solo i residenti in Ucraina, ma anche cittadini di Paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale e i familiari.
Il permesso di soggiorno ha validità di un anno. Consente l’accesso all’assistenza erogata dal Servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio. Viene revocato, anche prima della sua scadenza, quando il Consiglio dell’Ue decide la cessazione della protezione temporanea. Il provvedimento consente anche ai cittadini ucraini già presenti in Italia il ricongiungimento con i propri familiari ancora presenti in Ucraina.
Intanto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, firma un’ordinanza (leggi l’articolo – qui il testo) con cui si stabilisce che gli ucraini che hanno fatto richiesta di protezione temporanea e che abbiano trovato una autonoma sistemazione, riceveranno “un contributo di sostentamento una tantum pari a 300 euro mensili pro capite per la durata massima di tre mesi decorrenti dalla data d’ingresso in Italia”.
In caso ci siano dei minori “in favore dell’adulto titolare della tutela legale o affidatario, è riconosciuto un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 18 anni”. Le associazioni del Terzo settore avranno un contributo fino ad un massimo di 33 euro per ogni profugo assistito.
Profughi Ucraina, la destra continua a discriminare tra rifugiati buoni e migranti cattivi
Tali provvedimenti arrivano nelle stesse ore in cui a destra la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni continuano a esercitarsi nel giochino macabro di distinguere tra i veri profughi, vale a dire quelli che scappano dal conflitto in corso a Kiev, e il lungo elenco di migranti che bussa alle porte d’Europa spesso anche loro in fuga da bombe e dittatura. Così il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, sostiene che è necessario immaginare percorsi differenti per chi chiede accoglienza in Italia.
“Il problema non sono gli ucraini – insiste il presidente della Conferenza delle Regioni – sono gli altri migranti che arrivano dall’Africa e soprattutto dalla rotta balcanica”. Non sono da meno i meloniani. “La rotta migratoria del Mediterraneo centrale torna a rianimarsi e vede come approdo le coste della Sicilia”, dichiara la deputata FdI, Ylenja Lucaselli. “La doverosa spinta di solidarietà verso gli ucraini in fuga non deve essere un alibi per ignorare il dossier africano”, insiste.
All’idea salviniana, secondo cui per accogliere i profughi ucraini sarebbe necessario respingere chi proviene da altri Stati, replica Emma Bonino di Più Europa: “Non so a che titolo Salvini dice ‘questi sono profughi veri’ mentre gli altri di colore più scuro sono profughi falsi”. Quello della Lega è “banale razzismo istituzionale”, dice Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.