In appena sette giorni “abbiamo assistito all’esodo di un milione di profughi dall’Ucraina verso i paesi vicini”. Lo scrive su Twitter Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, confermando l’ultima stima ufficiale di 1 milione e 45mila arrivati sfollati nei paesi confinanti al 2 marzo, stima destinata a crescere con il passare delle ore: solo 24 ore prima il conteggio si fermava a 840mila. Senza dimenticare che profugo non è solo chi fugge all’estero. A causa della guerra, altri milioni di ucraini si stanno spostando all’interno del paese, ricorda Grandi, auspicando il silenzio delle armi “in modo che possa essere fornita assistenza umanitaria vitale” agli sfollati. Secondo l’Unhcr, dunque, il milione e più di profughi, su una popolazione di 44 milioni di persone, già uscito dall’Ucraina dopo otto giorni di guerra, è stato accolto principalmente in Polonia (547mila profughi), Ungheria (133mila), Moldavia(97mila), Romania (51mila) e Slovacchia (79mila).
Profughi ucraini, un milione di disperati in fuga: UE garantisce protezione internazionale per un anno
Numeri impressionanti, che metteranno a dura prova la macchina dell’accoglienza europea, assolutamente impreparata all’emergenza. E che ovviamente portano a interrogarsi su come Ue e Italia intendano affrontare tale urgenza. Per gestire l’accoglienza la Commissione Ue punta ad attivare la Direttiva Ue del 2001 per la protezione temporanea, uno strumento che consente di dare assistenza immediata a chi fugge dalla guerra concedendo permessi di soggiorno, cure sanitarie e possibilità di lavorare. Il Consiglio Ue Affari Interni, investito del tema, nella riunione del 3 marzo ha raggiunto una intesa sull’applicazione della direttiva a “chi fugge dalla guerra in Ucraina”.
Per il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin si tratta di “un accordo storico, l’Ue è unita e solidale”. Ma cosa vuol dire tutto questo in soldoni? L’intesa consentirà agli Stati membri dell’Ue di offrire alle persone in fuga dal conflitto ucraino una protezione temporanea.
In pratica, chi rientrerà tra gli idonei godranno – per un anno, rinnovabile – di una protezione umanitaria simile a quella dei rifugiati in Ue.
Italia ospiterà 800 mila profughi dall’Ucraina.
Ad oggi, in Italia, secondo i dati del Viminale, sono già arrivati quasi 7mila cittadini ucraini in cerca di rifugio. Roma, Milano, Bologna e Napoli – spiega il ministero – sono le città principali in cui domandano aiuto e protezione. “Faremo fronte a tutte le necessità che si presenteranno”, ha assicurato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ricordando che l’Italia “è abituata a gestire situazioni anche emergenziali”.
Il flusso di profughi dovrebbe attestarsi su circa mille al giorno, nella maggior parte dei casi reduci da interminabili viaggi di avvicinamento in auto o in pullman hanno varcato i confini italiani in cerca di un tetto e della salvezza. Non a caso l’Italia ha decretato immediatamente lo stato d’emergenza per l’accoglienza dei rifugiati, e si è impegnata ad attivare corridoi speciali per i minori orfani, coinvolgendo le Autonomie territoriali.
Sul numero complessivo dei profughi che arriveranno in Italia si possono fare solo stime, anche perché probabilmente il numero sarà proporzionale alla durata della guerra. L’Associazione Italia-Ucraina, a fronte dei 236mila residenti nel nostro paese, calcola in 800-900mila i potenziali ucraini in arrivo, che per ora si immagina saranno in gran parte frutto di ricongiungimenti familiari, cioè residenti pienamente integrati in Italia che si faranno raggiungere dai parenti.
Il piano del Viminale, a conti fatti, si dimostra quindi insufficiente ad accogliere un numero tanto importante di profughi. Stando alle ultime notizie diffuse dal ministero, saranno messi a disposizione un totale di 13.000 posti: 5.000 nei centri di accoglienza straordinaria e 8.000 nella rete Sai di accoglienza diffusa sul territorio.
Va considerato comunque che al momento in Italia è stanziata la più grande comunità ucraina in Europa. Ai prefetti, nel frattempo, è stata recapitata una circolare dal Viminale affinché si mobilitino per effettuare una prima ricognizione delle strutture disponibili, come per esempio ostelli della gioventù, o hotel convertiti durante la pandemia da Coronavirus. E proprio nell’ambito dell’emergenza sanitaria, si impone un tema: in Ucraina solo il 35% della popolazione risulta aver completato il ciclo vaccinale. Ed è per questo che si sta lavorando anche per garantire la possibilità di vaccinarsi.