La luce in fondo al tunnel è ancora lontanissima. La produzione industriale in Italia torna a crescere leggermente a maggio rispetto al mese precedente (+0,5%), ma continua – per il 16esimo mese consecutivo – il calo in termini tendenziali: rispetto a maggio del 2023 la flessione è del 3,3%, stando alle stime dell’Istat. Dal punto di vista congiunturale, la dinamica positiva riguarda tutti i settori tranne i beni strumentali, ma comunque resta un andamento in calo nella media degli ultimi tre mesi.
Giù la produzione industriale, ma Urso festeggia
Nonostante il calo continui, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parla ugualmente di dati positivi e incoraggianti, al di sopra delle aspettative “e in controtendenza rispetto ad altri partner europei”. Eppure i dati sembrano dire ben altro, come spiega anche il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, parlando di una “disfatta”. Il lieve recupero mensile invece “non è nemmeno sufficiente per compensare il calo registrato nel solo mese di aprile”. E su base annua “le industrie sono in caduta libera”.
All’attacco del governo va il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Gli ‘scienziati’ al governo avevano promesso mari e monti alle imprese, ma stanno offrendo solo più burocrazia, più scartoffie e una vera e propria beffa sulle tasse. Oggi l’Istat ci dice che a maggio 2024 siamo arrivati al sedicesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale su base annua”. “Fermatevi”, è l’appello rivolto al governo. A cui fa eco la senatrice Sabrina Licheri, capogruppo pentastellata in commissione Industria, che mette sotto accusa “la politica industriale catastrofica di Giorgia Meloni e Adolfo Urso”, sostenendo che quest’ultimo sia “oggi ascrivibile alla voce calamità naturali”.