Crollo della produzione, cassa integrazione in crescita e il settore dell’auto che cola a picco. I dati presentati dall’indagine congiunturale di Federmeccanica disegnano un 2024 drammatico per tutto il comparto. Partiamo dal crollo della produzione metalmeccanica-meccatronica: nel quarto trimestre del 2024 la flessione è stata del 5,6%, per un dato annuale sceso complessivamente del 4,2%. Molto peggio del calo del 2,5% annuo per il comparto industriale. Un disastro aggravato dalla produzione di autoveicoli e rimorchi, con un calo annuo del 21,9%.
In generale l’attività metalmeccanica è in forte sofferenza in tutta l’Ue, con volumi di produzione diminuiti del 5,6% rispetto al 2023, nonostante dinamiche congiunturali in attenuazione nei singoli trimestri. Ma con importanti differenze: dal -7,3% della Germania al +0,1% della Spagna. In Italia a pesare non è solo il settore auto, ma anche il calo della metallurgia (-2,5%), dei prodotti in metallo (-4,1%) e delle macchine e apparecchi meccanici (-3,8%).
La contrazione riguarda anche l’export, che nel 2024 chiude a 277 miliardi, in calo del 3,8% in un anno. Un dato molto peggiore del -0,4% riguardante l’export complessivo italiano. Ancora, tra gli allarmi lanciati da Federmeccanica c’è quello relativo al crescente ricorso alla Cassa integrazione guadagni da parte dell’industria metalmeccanica: nel 2024 l’incremento è stato del 33,2% rispetto al 2023. Le ore autorizzate di cig ordinaria sono aumentate del 68,4%, mentre quelle di cig straordinaria sono scese dell’8,1%. Inoltre quasi metà delle imprese (il 48%) ha dichiarato un calo del fatturato nello scorso anno. E la situazione della liquidità aziendale è “cattiva o pessima” nell’11% dei casi.
Per il settore metalmeccanico un futuro tetro
E neanche le previsioni per il 2025 sono incoraggianti: per il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, il 2025 “si è aperto con segnali molto preoccupanti”. Tanto che per Visentin “la tenuta del nostro sistema industriale è a forte rischio”. E un ulteriore rischio può essere rappresentato dai dazi, che secondo il direttore del centro studi di Federmeccanica, Ezio Civitareale, potrebbero avere “un impatto sul Pil nell’ordine del -0,2% o -0,3% complessivo”. Non manca, infine, lo scontro sullo sciopero convocato dai sindacati per la sospensione delle trattative sul rinnovo del contratto. Il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, chiede “senso di responsabilità”. La risposta arriva da Ferdinando Uliano, segretario Fim-Cisl, che parla di “immobilismo di Federmeccanica e Assistal nelle trattative”.