Lotta aperta tra Procura e legali della Fondazione Milano-Cortina sui documenti sequestrati tre giorni fa durante le perquisizioni dell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta ai danni dell’ex ad Vincenzo Novari, di Massimiliano Zuco, ex dirigente della Fondazione e Luca Tomassini, legale rappresentante di Vetrya, società di Orvieto (poi divenuta Quibyt), che dalla Fondazione aveva avuto tre appalti. Al centro delle indagini affidamenti per 1,9 milioni di euro per i servizi digital delle Olimpiadi invernali.
L’avvocato della Fondazione, Severino, si oppone al sequestro delle carte
Subito dopo le perquisizioni, la Fondazione aveva dichiarato piena collaborazione con gli inquirenti. Tuttavia giovedì sera l’avvocato della stessa Fondazione, Paola Severino, ha contestato il sequestro dei documenti cartacei e informatici, perché, a suo dire, acquisiti in assenza di “contraddittorio”, ovvero senza i legali della stessa. L’istanza della ex ministra della Giustizia è stata definita “inusuale” dagli inquirenti, dal momento che la documentazione su tutte le sponsorizzazioni, non solo quelle digitali, è stata messa a loro disposizione dai dipendenti di loro spontanea volontà.
Sotto esame il maxi-affidamento a Deloitte per 176 milioni
Sotto la lente degli inquirenti ci sono, però, anche carte e dispositivi della società di consulenza Deloitte (perquisita ma non indagata) per i 176 milioni di dollari di contratti per “servizi tecnologici e di cyber security” affidati dalla Fondazione che, di contro, aveva ricevuto sponsorizzazioni dalla stessa Deloitte per 7 milioni.
Secondo gli investigatori almeno una parte delle forniture a società del gruppo Deloitte sarebbero “sovrapponibili” a quelle già fatturate ed erogate dalle società Vetrya e Quibyt dell’imprenditore indagato, Tomassini. Sul punto è stato già sentito dai magistrati un dipendente della Fondazione. Sul sito dell’evento Milano-Cortina è a partire dal 29 aprile scorso è sparito il legame tecnologico con Quibyt ed è apparso il riferimento alla società Deloitte come sponsor tecnico.
Circostanza che “emerge anche da un passaggio della nota integrativa a corredo del bilancio di Fondazione al 31 dicembre 2022 nel quale si fa riferimento ad un accordo già in essere con Deloitte e finalizzato alla realizzazione di un progetto denominato ‘Pisa’ (Particularised services agreement) nell’ambito del quale risulta programmata l’erogazione di ‘servizi tecnologici e di cyber security’ da parte di Deloitte Usa, attraverso proprie società, a favore di Milano Cortina 2026”.
Nuove opere al commissario Saldini
Ieri, intanto, poteri commissariali per la realizzazione di sei opere connesse a Milano-Cortina 2026 sono stati attribuiti all’amministratore delegato di Simico, (la società incaricata di realizzare le infrastrutture delle Olimpiadi invernali) Fabio Massimo Saldini, con una norma ad hoc inserita nel decreto varato dal Consiglio dei ministri. L’articolo è stato aggiunto, in accordo tra il ministro per le infrastrutture, Matteo Salvini, e quello per lo sport, Andrea Abodi.
La polemica sui fondi pubblici per la pista da bob di Cortina
Intanto esplode la polemica sui costi della pista da bob di Cortina, che saranno coperti in parte con i fondi destinati ai comuni confinanti, come svelato mesi fa da La Notizia. “È una follia sottrarre soldi pubblici ai Fondi dei comuni confinanti (Fcc), per destinarli a coprire venti anni di gestione e manutenzione della nuova pista da bob di Cortina e delle altre opere olimpiche. Un’infrastruttura destinata a restare una cattedrale nel deserto”, ha detto ieri la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia.
“Un vero colpo di mano lo schema di accordo di programma di cui non è stato informato neanche lo stesso presidente del comitato paritetico per la gestione dell’intesa per il Fondo Comuni Confinanti, che ora infatti cade dalle nuvole”, ha aggiunto. “È già pronta un’interrogazione urgente, perché siamo ormai arrivati al teatro dell’assurdo pur di realizzare il progetto della pista da bob, ambientalmente ed economicamente sempre più dannosa”, ha continuato la senatrice, “i fondi dei comuni confinanti sono stati pensati per ambiti di intervento specifici, per sviluppare e potenziare tutti quei servizi atti a contrastare lo spopolamento e per favorire il miglioramento della qualità di vita. Alleanza Verdi e Sinistra si opporrà in ogni sede affinché le comunità montane non siano private di fondamentali risorse che assicurino loro i servizi essenziali”, ha concluso.