“Lo ribadisco: noi non siamo anti industrialisti. Non abbiamo niente contro il gas naturale. Se proprio il gasdotto Tap va fatto, e alla regione non entra niente se questo arriva in Puglia o no, l’impianto va assoggettato alle normative Seveso”. E’ quanto ha detto il governatore Michele Emiliano, sulla questione TAP, ribadendo la posizione della Regione Puglia in favore dei cittadini “e non per tornaconto personale”.
“Le nostre posizioni sono state caricaturizzate – ha aggiunto Emiliano -, quando la Regione Puglia faceva gli interessi dei pugliesi. Quando i pugliesi hanno ragione io sono irremovibile. E se per fare questo devo sfidare l’ira di lobby importantissime allora lo faccio. Il presidente della Regione sulla pelle dei pugliesi non tratta con nessuno”.
Emiliano ha poi rimarcato la piena collaborazione con il Governo, sottolineando l’apertura al dialogo e al confronto: “Ho sempre chiesto ai governi spiegazioni sulla costruzione dell’impianto a Melendugno anziché a Brindisi. Per la Procura di Lecce il gasdotto non si deve fare a Melendugno, cosa che noi abbiamo sempre detto fin dall’inizio. Allora la storia si è incaricata di dire che su queste storie la regione Puglia non era nel torto”. Il Governatore della Regione Puglia avanza, poi, un’azione decisa: “Chiederemo a Tap un risarcimento miliardario per danno d’immagine. Se dovessero essere condannati ci risarciranno miliardi di euro, perché il danno è enorme e il vantaggio è zero per la Puglia”.
Sulla questione, infine, Emiliano ha voluto specificare che la sua solitudine in questa battaglia: “In questo sono stato quasi solo, pochissime persone mi hanno appoggiato come Boccia e Zingaretti che da quando è segretario Pd si è avvertito un cambio radicale sulla posizione dell’ex Ilva in particolare. E lasciatemi dire che una delle ragioni per cui c’è stato lo scontro con Renzi sono proprio state le mie posizioni su Ilva e Tap”.
E’ di ieri la notizia del decreto di citazione diretta a giudizio (il processo inizierà l’8 maggio) notificato dalla Procura di Lecce a 18 persone, tra cui i vertici di Tap (Trans Adriatic Pipeline) e alla stessa società. L’accusa, per tutti, riguarda presunti reati ambientali compiuti nella costruzione del tratto terminale del gasdotto nel territorio di Melendugno. Tra le 15 parti offese, c’è anche la Regione Puglia e lo stesso governatore Emiliano.