La Corte di Cassazione, nell’ambito del processo Ruby bis, ha confermato la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione per l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e a 2 anni e 10 mesi per l’ex consigliera lombarda ed igienista dentale, Nicole Minetti. L’accusa, per entrambe, era di favoreggiamento della prostituzione per le serate nella villa di Silvia Berlusconi ad Arcore.
In primo grado, nel luglio 2013, il tribunale di Milano aveva condannato a 7 anni Fede e Lele Mora, mentre 5 anni erano stati inflitti alla Minetti. Condanne ridotte in appello, nel novembre 2014, vennero a 6 anni e un mese di per Mora, 3 per Minetti e 4 anni e dieci mesi per l’ex direttore del Tg4. La solo sentenza d’Appello sulla posizione di Lele Mora non era stata impugnata e quindi era già passata in giudicato.
Fede e Minetti, invece, nel 2015 presentarono ricorso in Cassazione e la Suprema Corte, rilevando alcune lacune motivazionali, annullò la sentenza d’Appello del 2014 disponendo un nuovo processo. La Corte d’appello di Milano, in sede di rinvio, assolvendo i due imputati da alcuni episodi di reato che erano stati loro contestati, abbassò le pene a 4 anni e 7 mesi per Fede e a 2 anni e 10 mesi per Minetti, condanne divenute definitive con il verdetto di oggi della Suprema Corte.
Emilio Fede dovrebbe scontare la prima parte della pena, alcuni mesi, in detenzione domiciliare, e non in carcere, per poi poter chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Mentre la Minetti potrà da subito chiedere l’affidamento in prova. “Le sentenze vanno sempre rispettate. Io ho fatto tutto quello che potevo per dimostrare l’innocenza di Emilio Fede” , ha commentato l’avvocato Maurizio Paniz, legale dell’ex direttore del Tg4, confermando che Fede “andrà ai domiciliari come è normale per una persona che ha quell’età”.