Processo civile più che lumaca. Chi arriva a sentenza in Italia, è un record-man. Sì che lo sapevamo, ma ora arriva la conferma (l’ennesima) anche da parte della Commissione europea: i processi nel nostro Paese durano troppo. Secondo il rapporto sulla giustizia nell’Unione pubblicato oggi dalla Commissione europea, nel 2014 ci volevano oltre 500 giorni per ottenere un giudizio di primo grado in un processo civile e amministrativo. Solo a Malta e a Cipro ci vuole più tempo, mentre in tutti gli altri Paesi che hanno fornito i dati (una ventina: mancano solo quelli di Belgio, Bulgaria, Irlanda e Regno Unito) la durata dei processi è decisamente inferiore e in una dozzina di questi, fra cui la Germania, servono meno di 200 giorni. E pensare che il dato italiano rappresenta un miglioramento rispetto a quello del 2013, quando i giorni necessari per un giudizio superavano i 600, ma è peggiore rispetto al primo rapporto del 2010, quando erano sotto i 500.
L’Italia è agli ultimi posti della classifica europea anche per quanto riguarda la percezione sull’indipendenza dei magistrati: il 60% circa degli interpellati (cittadini e imprese) la considera “piuttosto o molto cattiva”, mentre solo per il 25% è “piuttosto buona” e per l’1% “molto buona”. In Italia, si sottolinea ancora nel rapporto, ci sono poco più di 10 giudici ogni 100 mila abitanti (al sestultimo posto) ma circa 375 avvocati (al terzo posto dopo Grecia e Lussemburgo). Il mese prossimo la Commissione pubblicherà le sue raccomandazioni specifiche per paese, che presumibilmente ribadiranno nel caso dell’Italia la richiesta di fare ulteriori sforzi per accelerare i tempi della giustizia civile.