Si dice spesso che “l’attacco è la miglior difesa” e Israele sembra aver preso alla lettera questo vecchio adagio popolare. Già perché nel secondo round davanti alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aia, nell’udienza dedicata ai legali dello Stato ebraico chiamati a difendere Benjamin Netanyahu dall’accusa di aver compiuto un genocidio nella Striscia di Gaza, anziché portare prove con cui confutare questa tesi, hanno sostenuto che il Sudafrica – Paese che ha denunciato all’Aia Israele – è “il braccio legale di Hamas”, aggiungendo che il governo di Pretoria ha presentato “un quadro fattuale e giuridico profondamente distorto. L’intero caso si basa su una descrizione deliberatamente decontestualizzata e manipolatoria della realtà delle attuali ostilità”.
Poi la difesa di Tel Aviv, negando l’accusa di voler sterminare il popolo palestinese, ha aggiunto che in realtà sono “i terroristi palestinesi a voler compiere un genocidio” contro gli israelieani e che proprio i miliziani di Hamas, installandosi nelle abitazioni civili, hanno messo a rischio gli abitanti dell’area. Governo di Netanyahu che ne ha per tutti visto che il ministro degli esteri Israel Katz, rispondendo a Recep Tayyip Erdoğan secondo cui Ankara nelle prossime udienze si unirà al Sudafrica portando prove dei massacri, ha tuonato: “Il presidente della Turchia, un Paese con il genocidio armeno nel suo passato, ora si vanta di prendere di mira Israele con affermazioni infondate. Ricordiamo gli armeni, i curdi. La vostra storia parla da sola. Israele si difende contro i vostri alleati barbari”.
Udienza in cui Gilad Noam, viceprocuratore generale di Israele, nelle conclusioni dell’audizione ha poi affrontato nel merito le accuse spieganfo che “il Sudafrica non è riuscito a dimostrare che devono essere messe in atto ‘misure provvisorie’ per proteggere i palestinesi di Gaza. Anzi non ha dimostrato alcuna controversia con Israele nonostante abbia cercato di indurre la corte a credere che esista”. Poi ha aggiunto che il governo di Pretoria “non ha soddisfatto le condizioni del plausibile diritto alla protezione nelle circostanze attuali perché Israele ha adottato tutte le misure possibile per affrontare la crisi umanitaria a Gaza” e che in ogni caso “nel quadro di una guerra istigata da Hamas e disciplinata dal quadro giuridico del diritto internazionale umanitario”, quanto sta accadendo “non rientra nel campo di applicazione della Convenzione sul genocidio”.