Il primo femminicidio del 2025 si è consumato vicino a Perugia, a Gualdo Tadino, il 5 gennaio. Daniele Bordicchio ha sparato e ucciso la moglie Eliza Stefania Feru, ventinovenne cittadina italiana ma originaria della Romania, per poi suicidarsi. Bordicchio ha ucciso con l’arma di ordinanza. È una guardia giurata. Giorgio Beretta – analista ed esperto in armi, commercio di armamenti e politiche di disarmo – fa notare che il primo femminicidio con arma da fuoco del 2024 è stato compiuto con un’arma di ordinanza. Era il 13 febbraio e il maresciallo della Guardia di Finanza Christian Sodano dopo un litigio con la ex fidanzata Desiree Amato ha ucciso la mamma di lei, Nicoletta Zomparelli di 46 anni e la sorella Renèe di 19 anni. Beretta spiega che “il possesso di un’arma d’ordinanza non è un elemento secondario in questi femminicidi. L’arma da fuoco non costituisce infatti solo lo strumento per eseguire un assassinio, ma rappresenta un elemento centrale nell’ideazione e nella progettazione del femminicidio”. Il cosiddetto Decreto sicurezza (DdL 1660) in discussione in Parlamento permette a tutti gli agenti di pubblica sicurezza di acquistare una o più armi da tenere sempre con sé senza l’obbligo – attualmente in vigore – di ottenere una licenza di porto d’armi. Sono almeno 300 mila persone che potranno comprare un’arma senza comunicarlo alla consorte, alla convivente e ai familiari maggiorenni conviventi, senza l’obbligo di esami clinico-tossicologici e senza specifici controlli medici sullo stato di salute mentale o per accertare criticità nella la situazione di coppia. Disarmare i femminicidi sarebbe già una buona idea.
La Sveglia