La vittoria era considerata il minimo sindacale: Nikki Haley non poteva perdere alle primarie repubblicane di Washington. E così è stato, con il primo successo elettorale per l’unica rivale rimasta di Donald Trump per la candidatura alla presidenza Usa sul fronte repubblicano.
Era comunque noto che Trump non sia amato dai 22mila elettori repubblicani registrati nella Capitale statunitense e la vittoria di Haley non è di certo una sorpresa. Il tycoon vinse nel 2020 ma perché non aveva rivali, mentre nel 2016 arrivò terzo.
Haley batte Trump alle primarie repubblicane di Washington
L’ex ambasciatrice dell’Onu ha vinto con il 63% dei voti contro il 33% di Trump. In palio, però, c’erano solo 19 dei 2.429 delegati totali del partito, peraltro in un distretto in cui la maggioranza è chiaramente democratica. La portavoce della campagna elettorale di Haley sottolinea che si è trattato della prima vittoria in una tornata di primarie repubblicane nella storia per una donna.
Ma per Trump la vittoria della sua avversaria non sembra essere un problema, nonostante l’ex presidente si sia scagliato contro di lei insultandola e chiamandola “cervello di gallina”. Non solo, perché Trump definisce Washington come la “palude”, in quanto è una zona “con pochissimi delegati e nessun vantaggio”. Mentre la sua avversaria “ha speso lì tutto il suo tempo, il denaro e i suoi sforzi”. Il rischio, per Haley, è che questa resti la sua unica vittoria nelle primarie repubblicane che sembrano chiaramente indirizzate verso una vittoria schiacciante di Trump. Decisivo potrebbe essere il Super Tuesday di martedì 5 marzo, quando si voterà in 15 Stati.