Il prezzo del gas è in calo come dimostrano le cifre registrate ad Amsterdam che si attestano al di sotto dei 60 euro al megawattora (-11%). Il trend in discesa si ricollega alle osservazioni degli operatori, che guardano alle temperature superiori alle medie stagionali e all’aumento dei flussi di Gnl verso l’Europa.
Prezzo del gas in calo, ad Amsterdam scende sotto i 60 megawattora
Ad Amsterdam, le quotazioni del gas sono scese dell’11%, facendo emergere prezzi pari a 57,6 euro al megawattora. In questo modo, il costo del bene è tornato ai livelli di settembre 2021 ed evidenzia una flessione corrispondente al 24% dall’inizio dell’anno. Valori che sono anche al di sotto di quelli che hanno immediatamente preceduto l’invasione russa dell’Ucraina: all’epoca, infatti, i costi erano pari a 79 euro al megawattora.
Il prezzo del gas risulta essere in picchiata anche a Londra dove ha raggiunto i 145 penny per mille unità termiche britanniche (mbtu) con una flessione pari al 10,8%.
Nonostante le cifre siano ancora alquanto elevate, il crollo dei costi è evidente soprattutto se la situazione attuale viene comparata con quella emersa durante il periodo estivo quando le quotazioni hanno raggiunto un picco di 340 megawattora. Verso la fine di agosto, poi, è cominciata la corsa al ribasso dei prezzi che, da metà dicembre a oggi, si sono praticamente dimezzati. Complice, come già accennato, l’inverno mite in gran parte del Vecchio Continente che ha ridotto i consumi rispetto alle previsioni e ha consentito alle riserve di non esaurirsi.
La situazione in Europa e in Italia
Al momento, la media europea di riempimento degli stoccaggi è pari all’81%. La Germania è addirittura al 90% mentre l’Italia si attesta al 79%. Si tratta di livelli che garantiscono il superamento indolore della stagione invernale. Intanto, l’Ue ha sostituito la maggior parte delle forniture di Mosca con carichi di gnl. Il gas liquido arriva soprattutto dagli Stati Uniti e dal Qatar via nave.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, i rapporti con l’Algeria sono stati incrementati.
Sulla questione, è intervenuto il presidente esecutivo del gruppo spagnolo Iberdrola Ignacio Galan che, parlando al forum di Davos nella giornata di lunedì 16 gennaio, ha dichiarato: “L’ Europa è stata fortunata quest’inverno poiché il clima mite ha ridotto la domanda di idrocarburi ma la crisi energetica non è finita – e ha aggiunto –. Finché i mercati dell’energia saranno eccessivamente dipendenti dai combustibili fossili ed esposti alle vicissitudini geopolitiche, rimarranno fragili”.
Il crollo dei prezzi del gas, tuttavia, non si è ancora tradotto in un alleggerimento della pressione fiscale derivata dalle bollette per i consumatori finali. Secondo l’ultimo aggiornamento di Arera, infatti, le bollette andranno incontro a un aumento del 23%. La discesa dei costi sarà graduale e interesserà principalmente le tariffe elettriche.