Il Senato ha approvato l’articolo 5 del ddl sul premierato. Ovvero il principio su cui si basa tutta la riforma: l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza, con le opposizioni che hanno invece abbandonato l’aula per protesta dopo aver esposto dei cartelli.
Il testo approvato non chiarisce come verrà eletto il presidente del Consiglio, ma rinvia a un intervento successivo con una legge ordinaria. Anche su questo punto hanno protestato le opposizioni, che inoltre lamentano il silenzio della maggioranza, che rifiuta ogni confronto. Il voto finale è atteso, al Senato, per martedì 18 giugno.
Premierato, scontro continuo in Aula
I senatori delle opposizioni hanno esposto cartelli con la scritta “Parlamento con bavaglio” dopo aver esaurito il tempo loro concesso per parlare. La protesta aveva riguardato soprattutto le modalità di elezione del presidente del Consiglio: alla ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati, è stato chiesto un chiarimento sulla legge elettorale.
Nello specifico, era stato chiesto se verrà garantito il fatto che il premier venga eletto solamente se avrà raggiunto almeno il 50% dei voti, ricorrendo altrimenti al ballottaggio. Una domanda posta sia dal Pd che da Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, oltre che da Italia Viva. Ma Casellati non è intervenuta e non ha dato risposte sul tema.
La conferenza dei capigruppo ha poi stabilito che la conclusione dell’esame della riforma è previsto per martedì 18 giugno, entro le ore 15. Orario in cui inizieranno le dichiarazioni di voto e il voto finale. Per le opposizioni, invece, sono state concesse ulteriori due ore, fissando la data e l’orario di chiusura.