Un premierato ancora più forte. Questa è la posizione di Fratelli d’Italia, che punta a rafforzare ulteriormente il legame tra il premier e il Parlamento nella riforma costituzionale a cui tanto tiene il governo guidato da Giorgia Meloni.
L’idea è quella di rilanciare il principio per cui in caso di dimissioni o sfiducia del premier si possa soltanto tornare alle urne, escludendo qualsiasi nuovo governo. Questa mossa farebbe decadere la norma che era stata definita anti-ribaltone e che stabiliva che il capo del governo possa essere sostituito solamente da un parlamentare della sua maggioranza. Misura su cui puntava la Lega.
Rafforzare ulteriormente il premierato: il pressing di Fdi
Queste modifiche sarebbero volute da Fratelli d’Italia e non è detto che non possano portare a un altro scontro interno del centrodestra. D’altronde questo meccanismo, per il quale con le dimissioni decade anche il Parlamento e si torna al voto, era da sempre la prima scelta di Fdi, come sottolineato da alcune fonti. Proprio questa formula era nella bozza iniziale della riforma, venendo poi corretta su richiesta della Lega. Ma ora proprio il Carroccio, secondo la stessa fonte, avrebbe perso interesse nella difesa di quella norma.
Per ora dalla Lega non arrivano riscontri, ma l’attenzione è concentrata principalmente sul primo via libera, vicino, all’Autonomia differenziata, cavallo di battaglia del partito di Matteo Salvini. Il premierato proseguirà intanto nel suo percorso con la discussione in commissione Affari costituzionali al Senato da martedì: entro mercoledì si dovrebbe votare il testo base.
Un’altra opzione è quella di sostituire il premier, facendo subentrare un parlamentare di maggioranza, solamente in caso di morte o impedimento del primo. In questi giorni Fdi sta lavorando a possibili modifiche al testo, con in prima linea Alberto Balboni, relatore del provvedimento. Un’altra ipotesi è quella di introdurre un limite di due mandati per il premier, principio per il momento non specificato in alcun modo nella riforma. Potrebbero salire a tre in caso di scioglimento anticipato delle Camere.