“Servono più poteri al sindaco di Roma. Più fondi per la prevenzione dei reati, in particolare quelli contro le donne”. Il vicepremier, Luigi Di Maio accelera sulla misura e corre ai ripari dopo l’omicidio di Desirée a San Lorenzo. “E se c’è un immobile occupato in pieno centro, il sindaco deve poter intervenire di sua iniziativa per sgomberarlo e per intervenire sulla sicurezza e l’ordine pubblico”, aggiunge.
Ma, inutile negarlo, anche a Roma, i Cinque Stelle iniziano a sentire il fiato della Lega sul collo. E non potrebbe essere diversamente dopo gli applausi riservati all’altro vice premier, Matteo Salvini, che minaccia di salire sulla ruspa pure nella Capitale. Il 4 marzo, del resto, il Carroccio ha dilagato, nelle periferie, con picchi oltre il 12% a Tor Bella Monaca.
Ma non è tutto. Presidia già il Campidoglio con un gruppo consiliare, è rappresentato da 12 consiglieri in sette Municipi e si prepara ad inaugurare una sede del partito nel centro storico. Tutto lascia presagire alla prossima sfida del Carroccio: lanciare la scalata al Campidoglio. Con la romana, Barbara Saltamartini, candidata sindaco? Lei smentisce: “Solo Gossip”. Ma la Lega punta davvero ad issare bandiera verde dal balcone che affaccia sui Fori. E se la sindaca Virginia Raggi venisse condannata (il 10 novembre la sentenza), non ci sarebbe da aspettare molto per tentare l’impresa.