Non solo Luigi Di Maio va in giro per il mondo ad accreditare il Movimento 5 Stelle come interlocutore credibile, con le stimmate del candidato premier in pectore. Ora anche gli altri big pentastellati seguono le sue orme e si muovono come piccoli leader che non temono il confronto con i poteri forti. Chissà, magari immaginando un futuro da ministri o sottosegretari. Così Carla Ruocco, componente del direttorio fino allo scioglimento dell’organismo deciso da Beppe Grillo, si è imbarcata per Davos prendendo parte al World Economic Forum, un appunatamento dell’establishment mondiale che, in apparenza, avrebbe poco a che fare con la galassia grillina.
Adattamento perfetto – Ma la semplice partecipazione a questi incontri non desta più grande sorpresa: i 5 Stelle sembrano a proprio agio in questi territori, un tempo nemici e guardati con sospetto, se non con disprezzo. Del resto la maturità è anche questa: volenti o nolenti, bisogna misurarsi con realtà del genere. Perciò sono solo un ricordo i tempi in cui i pentastellati scappavano dagli eventi che riuniscono il gotha dei poteri forti, nel timore che alle spalle ci fosse un Bilderberg di turno. Non a caso lo sdoganamento è stato avviato da Gianroberto Casaleggio, il fondatore scomparso lo scorso 12 aprile, che presenziò al Forum Ambrosetti di Cernobbio nel 2014. Dopo la svolta anche il deputato Mattia Fantinati andò al meeting di Comunione e Liberazione del 2015 per sfoderare un repertorio critico da grillino doc. Ma, al di là dell’intervento, un 5 Stelle sul palco dei ciellini fece scalpore. Roba che al confronto il viaggio della Ruocco al World Economic Forum è una passeggiata. La parlamentare campana ha usato toni pacati. Certo, ha chiesto un cambio di passo all’Unione europea, ma non ha fatto menzione a possibili fuoriuscite dall’euro. L’impegno è stato quello di una riforma del sistema: “È un’Europa da rivedere a fondo. Bisogna prevedere il ‘risk sharing’ a livello finanziario internazionale ed è necessario condividere il nodo dei migranti che non può essere scaricato su un solo paese”, ha annotato.
Povertà – La deputata non si è scomposta di fronte alla richiesta di spiegazioni sul suo viaggio in Svizzera: “Sono venuta a Davos, perchè sono interessata al tema della povertà che ho visto in alcuni studi diffusi in occasione del forum. So che qui è un tema centrale”. La soluzione? Facile, il vecchio cavallo di battaglia: “Il reddito di cittadinanza, che il Movimento 5 Stelle ha proposto per primo e che consente di sopravvivere prima di trovare un nuovo lavoro”. Una misura anti-poevertà che “darà le risorse per ricollocarsi in quello che è oggi un nuovo mercato del lavoro. È una proposta centrale e non solo per l’italia”. Insomma, tutto normale, nessuno grossa sorpresa. Anzi Davos è stata anche l’occasione per stringere il sodalizion con il “Grillo di Finlandia” Timo Soini.