di Monica Setta
C’era una volta la Costa Smeralda fondata 51 anni fa dall’Aga Khan, il principe degli ismailiti che planò su quei territori e costruì affiancato dal presidente della Fiat Gianni Agnelli quello che poi divenne per tutti il “Consorzio” a cui facevano capo gli alberghi più sontuosi del mondo: dal Cala di Volpe al Pitrizza passando per il Romazzino o il Cervo. Erano anni di profitti favolosi che Franco Mulas, area manager per la Costa Smeralda dell’attuale proprietà – il colosso Starwood – ricorda bene essendo nato proprio in questa zona che oggi, nonostante sia ancora target di riferimento per l’extra lusso, si rifà il look per combattere la crisi mondiale dei consumi. Davvero, dunque, il segmento del luxury come sostengono i dealers nei mercati internazionali, ė esente da lifting di fatturato oppure ė cambiato il bacino di approvvigionamento dei potenziali clienti? “Abbiamo cambiato mercati”, conferma il manager a La Notizia, “se negli anni scorsi il nostro target ideale era quello dei russi oltre che degli italiani molto ricchi, adesso ci sono gli indiani, i cinesi che arrivano in Costa Smeralda insieme ai brasiliani, ai sudamericani, ai turchi e ai russi”.
Ma la vera novità è stata un’altra, il consolidamento del mercato europeo che aiuta il fatturato oggi stimato intorno agli 80 milioni di euro. Come ci siete riusciti?
“Cambiando proprietà abbiamo modificato le strategie di marketing e incalzato con una promozione che non durava solo la primavera ma tutto l’anno. La promotion costante che è stata effettuata attraverso una serie di road show con i potenziali clienti o i cosiddetti “investitori” ha avuto frutti positivi. Nonostante la crisi mondiale, abbiamo previsioni estive che segnano un aumento del 7% nell’occupazione dei nostri alberghi rispetto al 2012 con l’arrivo di americani, europei, mediorientali e nuove frontiere del Far est. Per tanto tempo, la Costa Smeralda ha vissuto di una grande gloria passata mentre oggi la Starwood ha compreso con grande intelligenza che era necessario “allungare” la stagione offrendo nuovi servizi anche di tipo immobiliare “.
Avete in programma nuove unità immobiliari per quanto riguarda l’area dell’ex Consorzio?
“Sì, ci saranno nuove unita a Romazzino e a Pitrizza, ville ma anche adeguamento di standard diversi di servizi negli alberghi stessi. Alcuni cambiamenti segnalano modifiche comportamentali, di costume. Al mitico Cala di Volpe, cosa che poteva sembrare inverosimile, abbiamo aperto questa estate una pizzeria con ristorante barbecue mentre stiamo programmando negli altri hotel nuovissime Spa aperte tutto l’anno e non solo ad agosto”.
Agirete anche sulle tariffe? Si tratta pur sempre di alberghi considerati inaccessibili…
“Si prevedono offerte senza però ridurre gli standard di lusso tipici di questi alberghi. Il mondo sta cambiando e nessuno, neanche i super ricchi, sono disposti ormai a spendere senza badare a spese. Tutti fanno attenzione al rapporto fra qualità e prezzo. I nostri prezzi potranno aprire mercati inediti attraverso formule speciali non legate all’alta stagione che resta un mercato per investitori assai liquidi. E poi c’è la qualità del personale. Non dimenticherò mai Lady Diana che un giorno mi chiese se io, che ero il manager, fossi sardo. Risposi di si e lei rispose: “Allora sono i sardi ad essere speciali perchè ho girato tutti gli alberghi del mondo ma solo qui mi fate sentire a casa”.