Matteo Salvini non intende fare marcia indietro sul Ponte sullo Stretto, nonostante ad avanzare dubbi sull’opera siano i suoi stessi colleghi, vedi il ministero dell’Ambiente di Gilberto Pichetto Fratin. Il leader leghista, il giorno dopo i rilievi del Mase, promette l’avvio delle ruspe entro l’estate. “Vado avanti dritto e conto che entro i 30 giorni la società Stretto di Messina dia le risposte a tutte le osservazioni fatte dagli altri ministeri: l’obiettivo, lo ribadisco, è arrivare all’avvio dei lavori entro l’estate 2024”, afferma il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Salvini non intende fare marcia indietro sul Ponte sullo Stretto, nonostante ad avanzare dubbi sull’opera siano i suoi stessi colleghi
“Conto che l’Italia possa essere un modello di sviluppo e crescita e di ingegneria”, sottolinea Salvini, cercando di ignorare le polemiche. E lo stesso amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, afferma che non ci sarà nessuno stop al progetto. “Non c’è nessuna pietra tombale, nessuno stop, anzi abbiamo fatto due passi avanti”, assicura l’ad.
E sulle richieste arrivate dal ministero dell’Ambiente spiega: “Stiamo percorrendo due percorsi in parallelo, la valutazione di impatto ambientale e la Conferenza dei servizi. Ieri (martedì, ndr) c’è stato il primo incontro in conferenza dei servizi. La valutazione di impatto ambientale è partita ancora prima e, come previsto dalla legge, il Mase, la commissione Via, hanno presentato le loro richieste di approfondimento”. Quindi “contiamo entro la fine dell’estate, che finisce a settembre, di avere l’approvazione del Cipess” e le prime attività “partiranno entro la fine del 2024”, ha affermato Ciucci.
Finte rassicurazioni sul Ponte
Sulle osservazioni del ministero dell’Ambiente è intervenuto lo stesso ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto. “E’ del tutto ordinario che ci siano osservazioni e richieste di dati e informazioni tecniche” relative al Ponte, ha detto. “Il documento lo si può vedere sul sito del ministero e se si fa il confronto con altri documenti è abbastanza ordinario, non contiene nulla di eccezionale”, ha spiegato il ministro. “Su questo documento – ha concluso – ci sarà da parte della società progettista la risposta alla richiesta di chiarimenti”. Richiesta che, però, a noi non sembra affatto ordinaria, checché ne dica Pichetto.
Il Mase ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni di documenti. Per il ministero, la documentazione presentata dalla concessionaria è superficiale, insufficiente e non aggiornata, e va approfondita su tutti i fronti. I tecnici della Commissione Via-Vas, quelli che devono fare la valutazione di impatto ambientale dell’opera, in 42 pagine di relazione hanno chiesto nuove informazioni praticamente su ogni aspetto del progetto.
Le richieste di integrazione di documenti riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase ha chiesto dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull’inquinamento dell’aria, sull’impatto del Ponte sull’ambiente marino e di terra e sull’agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea Natura 2000.
Ignorate le criticità sollevate dal ministero dell’Ambiente
Tanto che alla luce delle osservazioni del Mase, le opposizioni sono salite sulle barricate. Per il Pd il Ponte è un “ecomostro” da fermare con ogni strumento. Il M5S ha accusato che il Ponte “fa acqua da tutte le parti” mentre Avs chiede un referendum sull’opera, così da dare l’ultima parola agli italiani, ma soprattutto ai siciliani e ai calabresi.