Ponte sullo Stretto, l’Anac ha bocciato il progetto presentato in pompa magna dal ministro dei Trasporti e dell’Infrastrutture, Matteo Salvini, che solo nelle settimane scorse si paragonava a Michelangelo e Raffaello.
Ponte sullo Stretto, l’Anac boccia il progetto di Salvini
Mentre il Ponte sullo Stretto si avvia verso l’ok definitivo della politica con Matteo Salvini che ha annunciato tempi e costi di realizzazione, arriva la bocciatura da parte dell’Anac. L’autorità nazionale anticorruzione ha sottolineato ed evidenziato le criticità del progetto presentato.
Solo qualche settimana fa, Salvini si paragonava a Michelangelo e Raffaello, attaccando il Movimento 5 Stelle. “Sul Ponte bisogna osare. L’Italia è la patria del Rinascimento. Se Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci non avessero osato e se fossero passati da una commissione costi-benefici, oggi non avremmo quello che hanno fatto loro. Penso alle chiuse sui Navigli pensate da Leonardo. Con i 5 Stelle non ci sarebbero state, avrebbero detto: “questo è un matto”.
Il presidente Giuseppe Busia: “Squilibrio tra parte pubblica e privata”
L’Anac rileva “uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”, ha detto il presidente Giuseppe Busia, illustrando la relazione dell’Autorità nazionale anticorruzione alla Camera. “Sono stati, al riguardo, proposti alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica, non accolti, tuttavia, dal Governo in sede di conversione del decreto“, ha aggiunto Busia.
“Anche la relazione del Presidente Anac Busia conferma la profonda preoccupazione che autorità di garanzia e di contrasto alla criminalità nutrono per l’abbassamento delle misure di prevenzione e contrasto alla corruzione che caratterizza l’operato del Governo Meloni. Svuotamento misure del Codice Appalti, decreto sul Ponte sullo Stretto, deroghe e misure che allentano controlli pubblici concomitanti come sul Pnrr, annunci di norme legislative che minano alla radice l’impegno contro la corruzione e la criminalità organizzata: sono alcuni dei capitoli di una azione di governo che non solo non velocizzerà procedure e tempi, ma rischia di aprire autostrade al malaffare e ai reati contro la pubblica amministrazione”, ha commentato il senatore Walter Verini, membro della Commissione Giustizia e Capogruppo Pd in commissione Antimafia.
“Nei giorni scorsi – ha aggiunto – si sono levate le voci fortemente preoccupate della Procura Nazionale Antimafia, dell’ANM, di tante associazioni e forze sociali. Oggi è stata la volta del Presidente Anac. Il Governo ignora e vuole procedere. il Ministro sedicente ‘garantista’ Nordio fischietta davanti a questi provvedimenti obiettivamente pericolosi. È importante reagire, opporsi, in Parlamento e nel Paese“.