È bastato un anno a Matteo Salvini per dimezzare il numero di posti di lavoro che la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina porterà con sé. La verità, però, è che le cifre fornite dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sono sempre state (e lo sono ancora ora) molto ballerine e tutt’altro che precise.
Pagella Politica evidenzia la variabilità delle cifre fornite da Salvini nell’ultimo anno: si è partiti da 120mila posti di lavoro creati dall’opera per poi scendere a 100mila negli scorsi mesi e ora soltanto a 50mila. Peraltro basandosi su uno studio che in realtà prevede 33mila nuovi posti di lavoro.
Ponte sullo Stretto, le versioni di Salvini
Iniziamo dall’ottobre del 2022, quando Salvini – prima dell’insediamento del governo – parlava di 120mila posti di lavoro. Forse facendo riferimento a quanto scritto sul sito di Webuild, la società che si sarebbe dovuta occupare della costruzione, che parlava di 118mila unità lavorative.
Una volta diventato ministro, Salvini ha ridimensionato le stime, scendendo a maggio a quota 100mila. Anche questa volta citando dati di Webuild. Poi ci ha ripensato, così il 30 novembre ha parlato di 50mila posti di lavoro “mal contati”.
Stavolta il ministro si base sul rapporto di OpenEconomics che, però, parla della generazione di “oltre 33mila occupati” in otto anni di cantieri e non di 50mila. Insomma, l’unica certezza è che Salvini ha le idee un po’ confuse.