Ponte sullo Stretto, gli ambientalisti non demordono: arriva l’appello all’Ue

Le associazioni ambientaliste non demordono e si rivolgono alla Commissione Ue per fermare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

Ponte sullo Stretto, gli ambientalisti non demordono: arriva l’appello all’Ue

Le associazioni ambientaliste non demordono. E, anzi, rilanciano la loro lotta contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina attraverso tre azioni: ricorso al Tar, diffida al Cipess e un reclamo alla Commissione europea. Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e Wwf Italia continuano a opporsi al progetto, puntando su diverse strade da percorrere nel tentativo di bloccarlo. L’obiettivo è tutelare l’ambiente ma anche, come spiegano le associazioni, le casse dello Stato.

Ponte sullo Stretto, le associazioni ambientaliste non demordono

Durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati, sono state presentate le azioni legali intraprese. Tra cui il doppio reclamo presentato alla Commissione europea il 27 marzo, attraverso cui contestano all’Italia la disapplicazione delle normative di Bruxelles in tema ambientale. L’azione intrapresa con la Commissione si affianca al ricorso al Tar del 19 dicembre 2024 e alla diffida al Cipess del 28 febbraio di quest’anno. Nel caso specifico, la richiesta a Bruxelles è quella di riaprire la procedura di infrazione che era stata archiviata in passato in seguito all’accantonamento del progetto del Ponte.

Le associazioni ritengono che il governo abbia “disatteso la normativa comunitaria, oltre che i principi di prevenzione e precauzione che sono alla base delle valutazioni ambientali”. A loro giudizio il progetto del Ponte sullo Stretto deve essere fermato, anche a fronte di costi “in costante lievitazione”, fino a oltre 14 miliardi di euro, secondo queste stime. Oltre ai rischi per una importante rotta migratoria per gli uccelli.