Il sogno di Matteo Salvini di far partire le ruspe entro l’estate per avviare i lavori per il Ponte sullo Stretto è già sfumato. E adesso l’orizzonte temporale dell’estate si è trasformato in un generico “entro il 2024”.
“Farò di tutto per aprire i cantieri nel 2024”, dice il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. “I tecnici hanno deciso di prendersi 4 mesi in più per questioni ambientali”. Il rinvio ha a che fare con la richiesta della società dello Stretto di Messina di una sospensione di 120 giorni dell’iter per rispondere ai più di 200 rilievi sollevati dalla commissione Via-Vas del Mase, il ministero dell’Ambiente, sul progetto definitivo.
Le opposizioni sulle barricate contro il Ponte sullo Stretto
Intanto le opposizioni chiedono che il ministro riferisca in Aula, dal M5S al Pd fino ai Verdi-Sinistra Italiana. E il deputato di Avs, Angelo Bonelli, ha annunciato che presenterà in settimana il terzo esposto, secondo integrativo. E che invierà l’esposto anche alla Procura europea, poiché i fondi utilizzati, pari a 2,3 miliardi di euro, provengono dal Fondo di Sviluppo e Coesione dell’Unione europea.
“La società Stretto di Messina – ha spiegato Bonelli – tiene segreti i contratti e gli atti aggiuntivi con i costruttori del Ponte, ossia il consorzio Eurolink. Il governo, in risposta a una mia interrogazione in cui chiedevo di inviare il progetto del Ponte per la sua valutazione al Consiglio dei Lavori Pubblici, il cui parere è obbligatorio per legge, ha dichiarato che il progetto non verrà inviato, pertanto non verrà analizzato da nessun organismo tecnico dello Stato”.