“Siamo qui oggi a distanza di qualche giorno dalla mia ultima venuta Genova. Eravamo sopra qualche giorno fa. Eravamo sopra per recuperare quel filo di rete autostradale che si era interrotto, per colmare la frattura, il vuoto che si è creato tra le due parti della città, tra Levante e Ponente”. E’ quanto ha detto il premier, Giuseppe Conte, intervenendo a Genova a margine della cerimonia di inaugurazione della radura della memoria, dedicata alle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi.
“E con l’occasione – ha detto ancora il presidente del Consiglio – abbiamo anche constatato la presenza di 43 steli altissimi che sono sopra il ponte, che si elevano nell’alto, si abbarbicano nel cielo e dominano il mare, a significare le 43 vittime del crollo del ponte. Ecco questo non potremo mai dimenticarlo. E oggi invece siamo qui, a distanza di due anni esatti, nel giorno della tragedia. Ricordo bene. Mentre venivo, durante il viaggio ho ripassato un po’ le immagini che io personalmente ho vissuto a distanza di qualche ora”.
“Ricordo il lavoro febbrile delle squadre di soccorso. Ricordo il dolore – ha proseguito Conte – e l’angoscia vissuta in quelle ore e nei giorni seguenti, la triste contabilità che man mano cresceva, la speranza ancora a distanza di ore di poter recuperare qualche vita. E poi ricordo ancora, tra gli altri momenti significativi, il 14 settembre dello stesso anno, 2018. Ci troviamo a Piazza de Ferrari che, ricordate, era gremita. C’è stato un grande momento collettivo in cui con forza è stato richiesto soprattutto due cose: che Genova non fosse lasciata sole e che fosse assicurata la giustizia per le vittime di questa tragedia”.
“Ecco, oggi noi ci ritroviamo ed è un atto che non è una semplice cerimonia del ricordo – ha aggiunto il premier -, è qualcosa di più di più significativo. È l’atto del rammemorare. Rammemorare significa anche recuperare quella giornata e quell’impegno. Io non le chiamo promesse – vedete – perché la politica quando promette rischia di creare delle illusioni, di garantire dei risultati. E posso dire che io – visto che già allora ero Presidente del Consiglio – a nome del Governo, e tutt’ora nome del Governo, noi garantiamo un impegno”.
“Ci siamo assunti una responsabilità che è appunto di non lasciare Genova sola – ha detto ancora Conte – e abbiamo creato le premesse: stiamo lavorando con gli amministratori locali, con tutta la comunità genovese affinché Genova possa rinascere. Ci sono le premesse, continueremo a farlo anche adesso col nuovo piano di rilancio nazionale: dedicheremo senz’altro particolare attenzione anche a Genova. E poi c’è stato l’altro impegno – ripeto, non promessa: non vi avremmo lasciati soli a voi familiari delle vittime. Noi siamo qui oggi a rammemorare il fatto, siamo al vostro fianco, continueremo a sostenervi in questa vostra richiesta di accertamento della verità, della verità processuale ovviamente, e di attribuzione delle precise responsabilità per questo crollo”.
“Vogliamo, quindi, star qui – ha aggiunto Conte – a significare che il vostro dolore, la vostra ferita è il nostro dolore, la nostra ferita. Noi vogliamo rassicurarvi sul fatto che questa esperienza di dolore così intensa che avete vissuto, e state, continuerete a vivere non rimarrà confinata nell’ambito di un’esperienza di vita familiare e personale”.
“Vi sosterremo – ha concluso il premier – anche nel vostro sforzo di alimentare una memoria collettiva. Quindi continueremo a chiedere con voi giustizia; abbiamo i magistrati, l’attività investigativa molto complessa che sta andando avanti. E poi c’è l’altro impegno a garantire che le nostre infrastrutture, perché tragedie del genere non si ripetano, possano essere sempre più sicure, sempre più efficienti. Questo è il nostro impegno”.
https://youtu.be/pQbwAjDChfY