Ponte Morandi, 4 anni dal crollo i parenti delle vittime chiedono un memoriale. Sulla tragedia ancora nessuna giustizia

Ponte Morandi: il 14 agosto ricorre l'anniversario della tragedia ma il processo è appena iniziato per determinare le responsabilità.

Ponte Morandi: sono trascorsi quattro anni dal crollo e dalla tragedia con i parenti delle vittime che hanno costituito un comitato. Il processo è appena iniziato e dunque giustizia ancora non è stata fatta.

Ponte Morandi, 4 anni dal crollo i parenti delle vittime chiedono un memoriale

Il 14 agosto del 2018, il crollo del ponte Morandi di Genova causò 43 vittime, 11 feriti e 566 sfollati. Sono passati 4 anni dalla tragedia e come tutte le cose in Italia è calato il silenzio mediatico e una quasi indifferenza politica che non viene per niente accettata dai parenti delle vittime che intanto hanno costituito un comitato.

“La ferita è sempre aperta ma quattro anni dopo quello che ci fa più male è la cessione della concessione”. Così Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi prima dell’inizio della commemorazione. “È inaccettabile quello che è successo, inaccettabile che questa concessione, già scritta come nessuno di noi l’avrebbe scritta neanche per comprare una bicicletta, non sia stata stracciata ma addirittura remunerata agli azionisti, una cosa che umanamente non potremo mai accettare, tutti dovrebbero sapere cosa è successo e a raccontarlo rimangono sbalorditi”.

I parenti delle vittime, a distanza di 4 anni, chiedono che si velocizzi l’iter per la realizzazione del memoriale che dovrebbe sorgere al posto del capannone dove la Procura ha conservato i reperti. “Quanto ancora dovremo aspettare per il memoriale? Senza memoria non c’è progresso e le vittime del crollo di ponte Morandi non devono essere per alcuna ragione dimenticate”. Infine, “Pensavamo che con il progetto definito e con il nulla osta allo spostamento dei reperti si potesse procedere più velocemente, invece”.

Sulla tragedia ancora nessuna giustizia

Il processo a seguito della tragedia vede imputate 59 persone (tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea, società che si occupava di manutenzioni e ispezioni, attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato) e 600 parti civili. I reati contestati sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Solo dopo 4 anni ha avuto inizio l’iter giudiziario e dunque ancora nessuna giustizia all’orizzonte con il serio rischio di prescrizione che spaventa i familiari delle vittime. Il 7 luglio si è svolta la prima udienza in tribunale a Genova. La prossima sarà il 12 settembre.

Tuttavia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’anniversario della tragedia ha voluto far sentire la sua presenza e quello delle Stato: ‘‘Rinnovo anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, la più intensa solidarietà della nostra comunità nazionale. Si manifesta l’esigenza di interventi adeguati a sostegno dei familiari delle vittime di tragedie come queste: occorre che la normativa sappia dare risposte a queste esigenze”.

”L’azione svolta dal comitato dei familiari delle vittime è risultata preziosa – sottolinea il capo dello Stato – vero e proprio memoriale vivente della tragedia, in attesa della realizzazione del memoriale proposto a monito permanente”.

”Nel quarto anniversario del crollo del Ponte Morandi, si rinnova il dolore della tragedia che ha colpito quarantatré vittime. Una ferita che non si può rimarginare, una sofferenza che non conosce oblio, una solidarietà che non viene meno. Un dramma che segna la vita della Repubblica e per il quale la magistratura sta doverosamente accertando le responsabilità” afferma Mattarella.

 

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