Onorevole Paola Deiana (M5S) Tempi record per la ricostruzione. Cosa rappresenta per la città di Genova e per l’Italia tutta il “modello Genova”?
Ponte San Giorgio è il simbolo dell’Italia che si rialza dopo una tragedia improvvisa. Il 14 agosto di due anni fa, come tanti, ho assistito impietrita a quelle drammatiche immagini. Pochi giorni dopo ero in commissione a lavorare con l’allora ministro Danilo Toninelli al cosiddetto decreto Genova. Qualcuno lo contestava ma ha rappresentato la piattaforma della ripartenza. Quanto ai modelli, da questa vicenda emerge chiaro quello di uno Stato che quando lavora per il bene dei cittadini raggiunge risultati importanti.
È stato però necessario derogare a numerose leggi. Crede sia replicabile il modello? L’eccezione può diventare regola?
Una tragedia che miete 43 vittime è un evento straordinario che necessita di misure altrettanto straordinarie. Ripeto: è il decreto Genova nella sua interezza ad aver rappresentato la chiave di volta dell’intera vicenda. Insieme a un progetto già pronto, quello di Renzo Piano, si è attivata una macchina in grado di garantire la costruzione in tempi record di una infrastruttura strategica per la Liguria e il Paese intero. Certo, dobbiamo semplificare e velocizzare, ma quanto accaduto dopo il crollo di Ponte Morandi ha caratteristiche non automaticamente replicabili.
In che modo?
Continuiamo a sostenere che sia necessaria una rivisitazione del codice degli appalti. Siamo al lavoro per semplificare e sburocratizzare, ma se qualcuno si aspetta una deregulation selvaggia ha sbagliato indirizzo: noi siamo la forza politica più attenta all’ambiente, quella che ha fatto approvare la Spazzacorrotti e da sempre in prima linea contro le mafie.
Quanto promesso dal Movimento – tempi celeri per la ricostruzione e revoca della concessione per Aspi – è stato portato a compimento. Possiamo dire che è una vostra vittoria?
È una vittoria dei cittadini perbene alla quale il Movimento ha dato un contributo decisivo: un altro impegno che siamo riusciti a mantenere nonostante i mille ostacoli. Resta il dolore per le 43 vittime, per le quali la giustizia dovrà fare il proprio corso. Ma intanto possiamo dire che abbiamo gettato le basi perché non si anteponga più l’interesse di una lobby all’incolumità delle persone.
La ricostruzione ha dimostrato che se si lavora in sinergia i risultati arrivano. Anche Ferruccio Sansa ha plaudito, oltreché al governo, al commissario Bucci. Cosa ne pensa lei?
Sono assolutamente d’accordo con Sansa: noi non guardiamo al colore di questa o quella amministrazione, ma alle scelte utili per i cittadini, che sono stufi di assistere a diatribe sterili. Sulla sicurezza e sulla cura delle infrastrutture come opera pubblica prioritaria, così come sull’urgenza di una riconversione ecologica dell’economia non dovrebbero esserci divisioni. Ne va del futuro della specie umana oltre che del Paese: non c’è più tempo da perdere. Serve coraggio e in questa vicenda abbiamo mostrato di averne in gran quantità.
La firma del memorandum con i Benetton intanto, come ha spiegato il ministro De Micheli, è slittata. Non è che rischiamo l’ennesimo annuncio privo di fatti?
Credo che il ministero e il Governo si stiano adoperando affinché la cessione delle quote possa avvenire senza intoppi e senza dispute. Preferisco che il Governo si prenda un po’ più tempo, ma vari un documento blindato e a prova di eventuali ricorsi. Ormai la strada è tracciata.