di Stefano Sansonetti
La mossa sembra un po’ la rappresentazione plastica dell’occupazione del potere da parte dei renziani andata in scena in questi anni. E fa effetto constatare come sia stata perfezionata 48 ore prima di un voto che ha assestato un colpo micidiale al “renzismo”. Naturalmente le evoluzioni del quadro politico potranno essere decifrate solo tra diverse settimane. Nella confusione elettorale, però, sembra essere sfuggito un approdo di non poco conto all’interno del Consiglio di amministrazione di Prelios, uno dei principali gruppi immobiliari privati europei (l’ex Pirelli Real Estate). A essere cooptato nell’organo, tra gli altri, lo scorso 2 marzo è stato Federico Lovadina, avvocato nelle cui vene scorre un sangue molto renziano.
L’OPERAZIONE
Per lui, con l’incasso di quest’ultima, il carnet delle poltrone accumulate diventa sempre più pesante. Oltre a essere nuovo consigliere di Prelios, infatti, Lovadina siede nel Cda di Ferrovie dello Stato (guidate dall’altrettanto renziano Renato Mazzoncini), è presidente di Toscana Energia, società di distribuzione di gas in Toscana con 91 comuni soci (tra cui tutta quella geografia renzian-boschiana che comprende Firenze, Laterina, Pontassieve, Rignano, Reggello, San Miniato e via dicendo), ed è partner dello Studio Legale BL tributario & societario, in compagnia di Francesco Bonifazi (tesoriere del Pd, già compagno di Maria Elena Boschi) ed Emanuele Boschi (uno dei fratelli della stessa Maria Elena). Il percorso di Lovadina, quindi, mentre il “renzismo” sembra crollare sotto l’esito di un voto che ha fatto male a molti, continua anche in zona Cesarini. Tra l’altro nel passato di Lovadina, classe 1979, c’è anche la pratica forense svolta tra il 2005 e il 2007 presso lo studio legale fiorentino di Umberto Tombari (dove si è fatta le ossa sempre la Boschi), giurista di grido che oggi si ritrova a presiedere la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (azionista di Intesa Sanpaolo) e a sedere nel Comitato esecutivo dell’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie che tanta voce ha in alcuni capitoli delle vicende economiche del Paese (per esempio le nomine in Cassa Depositi, di cui gli enti ex bancari sono non trascurabili azionisti).
LA GENESI
Ma come ci è finito Lovadina nel Cda di Prelios? L’operazione è la conseguenza della conquista del gruppo immobiliare da parte del gestore americano Kempner Capital Management, che dopo un’Opa ha rilevato i pacchetti precedentemente in mano alle varie Pirelli e Unicredit. Così, a seguito delle dimissioni anticipate da Prelios dell’ex presidente Giorgio Bruno, sostituito da Fabrizio Palenzona (altro immortale degli italici salotti) e dei consiglieri Valeria Leone e Davide Mereghetti, tutti espressione degli ex azionisti, il Cda ha deciso di cooptare Lovadina come consigliere indipendente e non esecutivo. L’impressione è quella di un “renzismo” di potere che fino all’ultimo non lascia nulla sul piatto.