Politiche migratorie, centralità europea o della propaganda? Il Fact Checking di Pagella Politica

Piantedosi parla di successi italiani sull’immigrazione. Ma i fatti e i numeri europei contrastano con la sua narrazione

Politiche migratorie, centralità europea o della propaganda? Il Fact Checking di Pagella Politica

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha affermato, durante una conferenza stampa del 3 gennaio 2023, che l’immigrazione sia diventata centrale nei consigli europei grazie all’azione del governo Meloni, dichiarando testualmente: “Grazie al nostro intervento, il tema migratorio è finalmente al centro delle discussioni europee”. È vero? L’analisi di Pagella Politica evidenzia come il tema migratorio non abbia acquisito alcuna nuova centralità rispetto al passato.

Le date che parlano chiaro

Nel 2023 i consigli europei hanno discusso di immigrazione in tre occasioni principali: febbraio, giugno e ottobre. Tuttavia, il tema è stato trattato accanto ad altre questioni di primaria importanza, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Una rapida consultazione degli ordini del giorno svela che il tempo dedicato al dossier migratorio è rimasto marginale e mai prioritario.

Confrontando queste agende con quelle del 2022, emerge una continuità piuttosto che una rottura. Ad esempio, il Consiglio europeo di febbraio 2022 includeva già temi come il rafforzamento delle frontiere esterne e la cooperazione con i paesi di origine e transito. Nessun cambio di marcia dunque: l’immigrazione era già in agenda, e l’azione italiana non ha modificato questa dinamica.

Il presunto “asse” con l’Europa

Piantedosi ha esaltato un supposto asse con Francia e Germania, ma anche in questo caso i fatti mostrano una realtà diversa. La Francia, ad esempio, ha recentemente bloccato l’accoglienza di persone migranti dall’Italia, in aperto contrasto con il meccanismo di ricollocazione. L’accordo con la Tunisia, sbandierato come un successo, è stato criticato dal Parlamento europeo per le sue lacune nel garantire i diritti umani e per la sua inefficacia nel ridurre i flussi migratori.

Non si tratta di una nuova centralità europea ma di una politica che fatica a ottenere risultati concreti. Francia e Germania, al di là delle dichiarazioni, adottano approcci autonomi che spesso lasciano l’Italia isolata.

I numeri contro la narrazione

Nel 2023 il numero di sbarchi in Italia ha superato quello dell’anno precedente, segno che le politiche adottate non stanno funzionando. Nonostante gli accordi bilaterali e le dichiarazioni altisonanti, l’incremento dei flussi migratori è un dato che smentisce l’efficacia delle misure adottate dal governo.

Una propaganda smascherata

L’analisi di Pagella Politica rivela come il governo italiano stia cercando di costruire una narrazione basata su percezioni, piuttosto che su risultati. La retorica secondo cui l’Italia avrebbe imposto il tema migratorio all’Europa si scontra con l’evidenza di un’agenda europea che prosegue invariata.

Il vero protagonista dei Consigli europei resta la crisi ucraina, che assorbe gran parte delle discussioni. L’immigrazione, quando trattata, lo è nei termini già noti e senza novità rilevanti rispetto agli anni passati.

Insomma, l’affermazione del ministro Piantedosi non regge al vaglio dei fatti. L’immigrazione non è diventata il centro delle discussioni europee per merito dell’Italia, e i numeri lo dimostrano. E ancora una volta ci si ritrova a discutere di politica come se fosse una branchia della percezioni. I fatti non contano, conta solo riuscire a raccontarli nel modo più utile. Un continuo concorso al favoleggiamento che riduce qualsiasi tema a una messinscena. È la politica percepita, quella che mica per niente odia il giornalismo e i giornalisti.